Chiedevano e ottenevano il Reddito di cittadinanza nonostante non avessero i requisiti. Sequestrati oltre 1 milione di euro a centoventi condannati per associazione mafiosa.
Reddito di cittadinanza ad oltre cento camorristi. E’ accaduto a Napoli e nel Napoletano. Un’ indagine delegata alla Guardia di Finanza di Napoli, dalle procure di Napoli, Napoli Nord, Nola e Torre Annunziata, ha portato a 120 perquisizioni nei confronti di percettori del beneficio che nell’ultimo decennio avevano scontato pene – con una condanna in via definitiva – per il reato di associazione di tipo mafioso. Addirittura alcuni sono ancora in carcere. Secondo quanto ricostruito, avrebbero fornito requisiti falsi per ottenere il sussidio statale e nessuno avrebbe controllato fino a questa mattina. L’ammontare complessivo delle somme erogate ai 120 camorristi è pari a oltre 1.180.000 euro, erogati a partire da aprile 2019 fino a gennaio 2021. Al momento sono state sottoposte a sequestro le disponibilità finanziarie degli indagati, rinvenute sia sui conti correnti a loro riconducibili, sia presso le rispettive abitazioni locate in diversi quartieri di Napoli e della provincia. Sequestrate anche le carte prepagate sulle quali veniva erogato il sussidio.
Il sussidio statale fortemente voluto dal Movimento Cinque Stelle – in particolare da Luigi Di Maio – è stato, e continua ad essere, al centro di truffe. Infatti solo ieri i militari della Comando provinciale della Guardia di finanza di Catania, hanno denunciato altri 78 “furbetti del reddito”. Già lo scorso ottobre erano stati scovati 18 percettori “abusivi” del reddito per un danno alle casse dello Stato di oltre 240mila euro. Questa volta il numero dei soggetti scoperti ammonta a 78 per un beneficio totale di oltre 1.200.000 euro. Tra gli indebiti percettori del sussidio statale ci sono diversi condannati per reati gravi; giocatori d’azzardo on-line che avevano riportato vincite per oltre un milione di euro; un proprietario di quattro appartamenti, un magazzino e un’autorimessa; un ereditiere con un patrimonio di quasi 400.000 euro; una persona cancellata dall’anagrafe della popolazione residente e diversi lavoratori in nero. E qualche mese anche Foggia era stata teatro di denunce di circa una trentina di percettori del Rdc che non ne avevano diritto. Anche in questo caso alcuni erano detenuti o soggetti che avevano precedenti con la Giustizia.
Il Reddito resta una riforma di fondamentale importanza per contenere la povertà secondo l’ex ministro Danilo Toninelli il quale poche settimane fa , ospite a Stasera Italia pronunciò parole molto decise in in merito “Questa santa proposta, questa santa legge deve per forza essere osteggiata. Se non ci fosse stato il reddito di cittadinanza ci sarebbero state delle sommosse popolari, delle tensioni sociali mai viste prima. Andiamo avanti nonostante tanta gente, anche in questa legge di bilancio, stia cercando di smantellare il reddito di cittadinanza“.
Fino a dicembre 2020 del Reddito di cittadinanza avevano beneficiato 3,1 milioni di cittadini. Ma solo 200 mila – non è chiaro se autonomamente o attraverso i centri per l’impiego – avevano trovato un impiego. Se la misura di sussistenza non verrà affiancata da un’adeguata riforma dei Centri per l’impiego, entro il 2023 potrebbe costare all’Erario qualcosa come 26 miliardi di euro
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