“Se il Governo va a casa milioni di omosessuali resteranno senza tutele”

L’avvocato Cathy La Torre, da sempre promotrice dei diritti degli omosessuali e dei transessuali, lamenta il blocco della legge sull’omotransfobia a causa delle dimissioni di Giuseppe Conte.

legge omofobia
Rocco Casalino Facebook

Il 4 novembre 2020 -mentre l’Italia era nel pieno della seconda ondata di Covid – alla Camera, con 265 voti a favore, 193 contrari e un astenuto, venne approvato il testo unificato delle proposte di legge per contrastare i fenomeni di violenza e discriminazione per ragioni legati al genere di appartenenza. La cosiddetta legge contro l’ omotransfobia il cui primo firmatario è il Dem Alessandro Zan. Il segretario del PD Nicola Zingaretti, nel festeggiare quello che lui riteneva un grande successo, garantiva che da lì a breve la legge sarebbe arrivata in Senato per il via libera definitivo. Ma, a causa dell’emergenza sanitaria e di tutte le problematiche che ne sono seguite, il testo non è mai arrivato tra i banchi di Palazzo Madama. E non sembra destinato ad arrivarci tanto presto.

A sottolinearlo è intervenuta l’avvocato Cathy La Torre che da sempre si spende per i diritti della minoranza LGBT. La Torre, diverse volte entrata in contrasto con il leader della Lega Matteo Salvini, è anche madrina della campagna “Odiare ti costa” e ha fondato fondato il Centro europeo di studi sulla discriminazione. L’avvocato – attraverso un tweet – ha lamentato il fatto che le dimissioni di Giuseppe Conte rallenteranno ulteriormente il processo di approvazione della legge Zan e che, quindi, milioni di cittadin* – per non individuare un genere specifico – resteranno senza diritti.

A prescindere dalle dimissioni di Conte, la legge sull’omofobia non è ancora arrivata in Senato in quanto l’emergenza Covid ha innescato tutta una serie di altri problemi che anche il Governo Conte bis aveva ritenuto più urgenti da affrontare. In primis la crisi economica innescata dal lockdown: non solo l’Italia ha chiuso il 2020 con un Pil che segnava -9% ma, secondo le stime, nel 2021 il prodotto interno lordo del nostro Paese si fermerà a +2,2%. Dunque ben al di sotto del + 6% indicato dal governo nella Nota di aggiornamento al Def. Quindi non solo l’Italia è stato il Paese maggiormente messo in ginocchio – sia sul ronte sanitario sia sotto l’aspetto economico – ma sarà anche il Paese che ripartirà con maggiori difficoltà. Altro problema certamente non meno importante della legge Zan: dal 2019 sono spariti 390mila posti di lavoro. Cifra che crescerà ancora quando finirà il blocco dei licenziamenti.

E, ultima – ma non ultima – questione con cui fare i conti: gli effetti psico- fisici legati al lockdown e alle restrizioni. Solo nei mesi della prima ondata di Covid si sono registrati 62 suicidi: alcuni per ragioni economiche di persone rimaste senza lavoro e con debiti, altri il terrore del contagio. L’Aifa – agenzia italiana del farmaco – ha segnalato un notevole aumento del consumo di ansiolitici. A ciò bisogna aggiungere tutti i decessi di quei pazienti le cui visite sono state rinviate o annullate in quanto tutti gli ospedali erano monopolizzati dal Covid. Infine, i mesi di lockdown, hanno visto anche un’impennata di divorzi: la convivenza forzata 24 ore al giorno , tutti i giorni, non ha giovato a gran parte delle coppie. Sono aumentati anche i fenomeni di abusi su minori, violenze domestiche, disturbi alimentari e cognitivi nei più piccoli.

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