Dimissioni di Conte, mossa della disperazione di un premier che si crede indispensabile

Dopo l’ennesima, grave crisi di Governo, Giuseppe Conte rassegna le dimissioni dal suo incarico: adesso, è tutto nelle mani dei “costruttori” e dei responsabili.

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Getty Images/Alessandra Tarantino

Rischia di finire nel modo più sconsolato di tutti il Governo del premier Giuseppe Conte: con le dimissioni presentate “al buio” dopo la violenta crisi di Governo scatenata da Italia Viva che ha finito per mettere in serio dubbio la stabilità dell’Esecutivo che ha affrontato quella che è discutibilmente la peggiore crisi del nostro paese dalla Seconda Guerra Mondiale. La pandemia di Coronavirus ha creato un’infinità di problemi a cui – a detta dei suoi denigratori – Conte non ha saputo rispondere a dovere: ed ecco quindi dopo innumerevoli tentativi di trovare una via d’uscita arrivare le dimissioni del Presidente del Consiglio. Adesso, secondo le norme, Conte ha ancora 48 ore di tempo per formare un Governo di “salvezza nazionale”, trovando i cosiddetti “Costruttori” tra le fila dei suoi alleati e rivali. Un’operazione che appare già in salita dato che il premier ha faticato anche a trovare senatori “responsabili” in Parlamento. Sicuramente, tramite le dimissioni, il premier potrà perlomeno far venire alla luce la realtà sulle decisioni operate dai senatori e scoprire in poche parole che ha votato realmente a suo favore e chi no.

Gli ultimi tentativi del premier di non arrivare a tanto sono stati prima le trattative con Clemente Mastella per ottenere l’appoggio di alcuni senatori responsabili, successivamente il tentativo di creare una solida coalizione centrista filo europeista e – in ultimo – la ricerca di costruttori in Parlamento prima ancora di dimettersi. Quest’ultima mossa è stata forse la più sonora sconfitta per il premier che ha ricevuto la fatale risposta: “Prima dimettiti”, da un gran numero degli interrogati. Stando alle dichiarazioni dei rappresentanti del partiti, Conte godrebbe ancora dell’appoggio di gran parte degli schieramenti di Movimento Cinque Stelle, Partito Democratico e Liberi e Uguali. Adesso, sarà il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a dover sbrogliare la questione: sta a lui la decisione di confermare un nuovo mandato al Governo Conte o di chiamare il Senato in riunione per trovare una soluzione alla crisi di Governo, un tentativo in extremis di salvare il salvabile e di non lasciare il paese senza una guida in un momento drammatico. Se tutto ciò dovesse fallire, agli italiani non resterà che tornare in anticipo alle urne – una soluzione che gli alleati di Conte temono molto – come è già successo più volte in passato.

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