Conte si è arreso: riunione d’emergenza del Consiglio dei Ministri, domani le dimissioni

L’ennesima astuzia di Giuseppe Conte non era percorribile, sebbene sia stata tentata. Far slittare di un giorno la relazione sulla Giustizia del Ministro Bonafede per tentare di raccogliere, nel breve volgere di una notte, quei voti che le trattative degli ultimi giorni non sono riusciti a stanare. E per evitare uno schiaffo a cinque dita negli stessi luoghi dove aveva ottenuto, solo pochi giorni fa, le sue vittorie effimere, il Premier si sarebbe deciso alle dimissioni. Puntando tutto in un reincarico.
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Sembra che il senatore Renzi non sia uscito sconfitto come si è detto dal braccio di ferro con il premier Conte. Perchè alla fine, dopo la pantomima dei “Responsabili” durata ben oltre il lecito, Giuseppe Conte domani presenterà le sue dimissioni. Alle 9 di domattina è convocato il Consiglio dei Ministri in cui il premier formalizzerà la sua intenzione. Nel pomeriggio si parlava di un Consiglio dei Ministri riunito in serata, ma c’è stato un cambio di programma, l’ennesimo. Secondo i ben informati il Premier, aveva scelto di non temporeggiare oltre, ed era in procinto di recarsi a Quirinale già oggi e bruciare le tappe, per così dire, dopo aver fatto perdere giorni preziosi al Paese mentre i plenipotenziari cercavano sostegni all’Esecutivo, aiuti risultati evidentemente troppo effimeri in questa fase, al punto che il Governo rischiava di andare sotto già alla conta sulla relazione del Ministro della Giustizia, prevista per mercoledì. Si era tentato di far slittare anche questa. ma la soluzione è apparsa impraticabile.
Ecco allora che per salvare la faccia Giuseppe Conte si piega ad un compromesso che il “guastatore” Renzi aveva proposto, e l’avvocato disdegnato ritenendo una trappola tesa dall’avversario e non necessariamente un passaggio reso obbligato dal vicolo cieco in cui si stava mettendo. Il Premier ha rifiutato per giorni la trattativa con l’irresponsabile Renzi dopo la dimissione dei ministri in quota Italia Viva. E il PD, si era allineato, almeno in apparenza. Ora siamo all’epilogo di questa strategia, e Conte tenta il piano B ben attento a non farlo passare come una resa. Ma di resa si tratta, sebbene l’avvocato ragioni ora nella prospettiva di un nuovo incarico.
Il problema, per Palazzo Chigi, rimane la questione “Responsabili”. Non abbastanza per mettere in sicurezza la votazione sulla Giustizia ma forse sufficienti per dare il via libera ad un nuovo incarico per il Premier, legittimato da un passaggio formale teso anche a dare dignità politica alla nuova compagine parlamentare disposta a sostenerlo. Ma nulla è dato per scontato, ora.
Se Conte avesse in mano il sostegno di un nuovo gruppo centrista coeso e strutturato i voti dei renziani superflui, ma se i Responsabili non fossero sufficienti il sostegno del senatore fiorentino diverrebbe indispensabile. E allora risulterebbe lui quello che ha avuto maggior senso della realtà, non Palazzo Chigi.
Intanto il capo delegazione del PD, Dario Franceschini, ha convocato una riunione dei ministri dem a cui partecipa anche il segretario nazionale Nicola Zingaretti. Si parla apertamente di un sostegno al Premier dimissionario per permettergli di ritornare subito a Palazzo Chigi, ma certo il PD non seguirà Conte all’Inferno e l’ipotesi di un nome diverso, dopo le dimissioni, non è da ritenere impossibile. Il PD è staoto in pressing in queste ore per convincere Conte che l’unica via per salvare il governo e cercare una maggioranza stabile è passare dalle sue dimissioni-lampo, passaggio ritenuto necessario per far emergere con chiarezza i ‘volenterosi’. I dem hanno assicurato a Conte che il suo ruolo “è imprescindibile”, come ha ribadito Goffredo Bettini questa mattina, e che il Pd è comunque al suo fianco come ha rimarcato il segretario Nicola Zingaretti. Ma ci tengono a precisare che “il Pd non ha chiesto e non sta chiedendo a Conte di andare al Quirinale”. La strada, riferiscono fonti dem, “è quella indicata dal segretario Zingaretti e dal vicesegretario Orlando in queste ore e passa per un Governo autorevole, europeista e in grado di affrontare i problemi facendo un appello alla responsabilità a tutti”. Una frase che rivlea una priorità in nome della quale si potrebbe anche sacrificare l’attuale inquilino di Palazzo Chigi
Il M5s alle 21 ha in programma l’assemblea dei parlamentari con Vito Crimi. Ne uscirà la solita dichiarazione sull’imprescindibilità di Conte salvatore della Patria. Ma non è eslcuso che il Movimento, dopo aver ceduto su tutti, ceda anche su questo.
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