L’app IO – che regola tra le altre cose la partecipazione al piano cashback varato dal Governo – continua a dare problemi agli utenti iscritti.
Alcuni utenti stanno riscontrando nuovi problemi nell’utilizzo del servizio cashback. L’operazione, avviata dal Governo all’inizio di dicembre per incentivare i consumi natalizi e per favorire la transizione verso un massiccio utilizzo di moneta elettronica, ha già attraversato una lunga serie di criticità: dall’assalto alla App IO, indispensabile per iscriversi al programma, che si bloccò nei giorni successivi all’annuncio del Premier Giuseppe Conte, fino al rischio che – alla luce di una imponente partecipazione all’iniziativa – i fondi stanziati dal Governo possano non essere sufficienti per garantire a tutti i cittadini iscritti il rimborso virtualmente accumulato, passando per una serie di problematiche riscontrate per partecipare al programma con carte dotate di funzione contactless.
Adesso, alcuni partecipanti al cashback si trovano a fronteggiare un nuovo, inatteso problema: lo stop alla contabilizzazione dei pagamenti effettuati con la propria carta. Un’interruzione improvvisa, che fa sì che le transazioni – fino ad un certo momento regolarmente registrate dal sistema – non vengano più inserite nel calcolo ai fini del rimborso.
E se il disservizio è già fastidioso in sé, anche peggiore potrebbe risultare il confronto con il “servizio assistenza” fornito dalla app IO: già, perché un call center con cui cercare di risolvere la questione non esiste, né è disponibile una forma di assistenza online diversa da una chat automatica, quasi mai in grado di intervenire in aiuto del disperato utente di turno. Interpellato sulla mancanza, il Ministero dell’Innovazione fa sapere che la creazione di un call center – o comunque di un supporto basato su personale in carne ed ossa – per l’applicazione IO non è in programma.
Chi di voi si è trovato, per qualsiasi ragione, a parlare con una chat automatica di assistenza, potrà comprendere la frustrazione dell’utente che, infastidito da un’improvvisa ed inspiegabile interruzione del servizio, si trovi sbattere contro il muro di gomma delle risposte generate automaticamente dal risponditore, quasi mai efficace nella soluzione del problema. Nel caso del cashback, il bot predisposto per aiutare gli utenti in difficoltà, non fa eccezione. E così dopo una serie di verifiche richieste, l’utente – disperato – si ritrova a fare i conti con un assurdo: il bot chiede di allegare le foto di tutti gli scontrini relativi alle transazioni non contabilizzate. Per chi usa regolarmente la carta per i propri pagamenti, un’operazione praticamente impossibile.
Eppure, senza le foto degli scontrini – fa sapere ancora il premuroso bot di IO – la segnalazione per le transazioni non contabilizzate non può essere inoltrata, alla faccia della digitalizzazione del sistema. Nell’epoca in cui il pagamento può essere dimostrato semplicemente mostrando la voce ad esso riferito nel proprio estratto conto, il programma che intende favorire l’uso della moneta elettronica pretende, come prova dei pagamenti, degli scontrini cartacei. Che dovranno essere accuratamente conservati, per essere poi fotografati ed inseriti, uno ad uno, nella segnalazione che si vorrà aprire con l’aiuto del solerte bot di assistenza.