Lello Ciampolillo, espulso dal Movimento 5 Stelle e ieri rientrato in extremis in Maggioranza, mette da parte le critiche a Conte: “L’agricoltura mi piacerebbe“.
Il suo nome ha cominciato a rimbalzare sul web nella serata di ieri: Lello Ciampolillo, Senatore che ieri sera ha dato – in extremis e con addirittura la necessità di ricorrere ad un controllo video – il proprio sì alla fiducia al Governo Conte, asceso improvvisamente agli onori delle cronache, pare aver messo da parte una serie di dissapori e di questioni che lo avevano portato, nei mesi scorsi, a contestare duramente l’operato dell’Esecutivo. “Non ero in ritardo“, dice subito dopo il voto delle polemiche. “Mi sono preso il tempo per decidere“, garantisce.
“Tutte le battaglie per cui il M5S ha chiesto il voto in Puglia sono state abbandonate dai Governi Conte1 e Conte2 e, ancor di più, dai rappresentanti del Movimento nazionale e regionale: TAP, Xylella, Ilva, ripubblicizzazione Acquedotto Pugliese“, attaccava tempo fa Ciampolillo, infastidito dal fatto che “A livello nazionale sono state ignorate tutte le mie richieste su cannabis terapeutica e cannabis light. Sono state regalate alle reti nazionali tutte le frequenze televisive in precedenza riservate alle emittenti locali. Meglio non parlare poi degli F35“.
Le polemiche, per la verità, lo avevano coinvolto anche sulla faccenda dei ritardi nelle rendicontazioni sulle spese e sulle restituzioni previste dallo statuto grillino e vero nervo scoperto del Movimento 5 Stelle. E così poco meno di un anno fa, il primo febbraio 2020, Lello Ciampolillo, in una lettera aperta dal titolo “Salviamo il Movimento“, si lanciava in una difesa di se stesso e delle sue battaglie, ricordando anche di essere stato “il più votato in Puglia Nord“. Non abbastanza per i probiviri dei 5 Stelle, che decisero comunque per la sua espulsione.
Grillino della prima ora, 48 anni, di Bari, Ciampolillo è ormai in politica da più di un decennio: nel 2009 fu il candidato sindaco del Movimento proprio nel capoluogo pugliese. Certo, il risultato non fu esaltante – 767 voti, pari allo 0,37% – ma era soltanto l’inizio. Eletto Senatore nel 2013 grazie al boom dei 5 Stelle, porta a termine la prima legislatura e si guadagna la riconferma alle elezioni del 2018. In questi anni, il Senatore ha portato avanti il discorso sulla cannabis terapeutica e la cannabis light e in difesa degli ulivi pugliesi, minacciati e poi abbattuti in gran parte per contrastare la diffusione della Xylella, che – secondo lui – si sarebbe dovuta combattere con metodi alternativi.
“Il ministro Bellanova non sa di cosa parla e accusa noi di abbracciare gli ulivi… Il ministro non conosce i dati effettivi sulla diffusione della Xylella, dati che escludono totalmente la presunta emergenza“, diceva a poche settimane dall’insediamento del secondo Governo Conte. “Il ministro finge di non conoscere i rimedi che la libera scienza ha rinvenuto, come il metodo Scortichini, le onde elettromagneticiche, i saponi naturali. I tagli degli ulivi sono comunque totalmente inutili. Occorrono le buone prassi agricole“, sosteneva Ciampolillo, accusando poi Bellanova di essere legata al proprio incarico: “E’ lei ad abbracciare la sua poltrona“, accusava. E ora? Cosa succede, adesso che Bellanova ha mollato la poltrona e che Ciampolillo, all’ultimo secondo, ha dato fiducia al tanto contestato Esecutivo dell’avvocato? “Una proposta dal governo? L’Agricoltura mi potrebbe piacere“, ammette candidamente parlando con Il Corriere della Sera…