Un bar storico ha deciso di aderire alla protesta e riaprire sfidando le norme anti Covid emanate Premier Giuseppe Conte. Multato e costretto a restare chiuso per cinque giorni.
Venerdì 15 gennaio milioni di ristoratori e baristi si sono uniti alla protesta pacifica nata sui social “IOAPRO“. Con il nuovo Dpcm – in vigore fino al 5 marzo – ai bar è vietato anche l’asporto dopo le ore 18. I ristoranti possono, invece, proseguire con l’asporto fino alle ore 22 ma resta comunque vietato il servizio al tavolo dopo le 18 anche nelle Regioni collocate in zona gialla. Le perdite ormai non si contano più per milioni di proprietari di attività ristorative i quali, comunque, devono continuare a pagare affitto e bollette a fronte di entrate azzerate o ridotte all’osso. E, purtroppo, questo disagio è terreno fertile per associazioni malavitose.
Tra i ristoratori disubbidienti che hanno aderito alla protesta c’erano anche i titolari della Locanda al Sole, locale storico di Vo’Euganeo, in provincia di Padova. Lo stesso comune dove il microbiologo Andrea Crisanti – alla guida della taskforce del veneto durante la prima ondata di Covid – mise a punto il “metodo Vo'”. Lo stesso comune recentemente elogiato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per la disciplina dei suoi abitanti. Ma la crisi si è fatta sentire anche qui e la Locanda di Sole ne è la testimonianza. Si tratta di uno dei bar “storici” del Paese, dove davano appuntamento Adriano Trevisan – prima vittima occidentale di Coronavirus – e l’amico Renato Turetta, morto anch’egli poche settimane dopo. “Provate voi a stare cinque mesi senza stipendio e con un sacco di cose da pagare” – ha affermato Alessio Guerra, uno dei due soci della Locanda, nello spiegare la scelta di aderire alla protesta. Mentre Lisa, una delle dipendenti della Locanda in cassa integrazione da mesi e con un solo assegno incassato fino ad ora, ha spiegato: “Mi dà fastidio che questa protesta sia stata additata da qualcuno come una trovata per ritrovarsi al bar a bere uno spritz. C’è molto altro dietro“.
Purtroppo la sanzione non li ha risparmiati. Poco prima delle 18, quando i Carabinieri sono entrati per il controllo, c’erano 20 clienti che consumavano ai tavoli. Per il locale è scattata la multa da 400 euro con chiusura di 5 giorni. Anche per gli avventori è stata messa a verbale la violazione. Molti dei clienti hanno rischiato e sono stati puniti per la loro solidarietà. Tra questi Luciano, ex ristoratore, che ha specificato: “Sono venuto per incoraggiarli: la categoria rischia la fame. Servono ristori seri“. Mentre la signora Ingrid ha fatto notare che, nonostante la chiusura dei locali, i contagi di Covid sono ugualmente aumentati. Dunque, forse, la responsabilità è da cercare altrove. Alla solidarietà di molti clienti affezionati, si sono aggiunte, tuttavia, anche aspre critiche da parte di chi ha giudicato i “ristoratori disubbidienti”come irresponsabili. Anche il primo cittadino di Vo’Euganeo Giuliano Martini ha preso le distanze dalla protesta asserendo: “Capisco le ragioni e le condivido da un punto di vista umano, ma la legge va sempre rispettata“.