Mario Monti potrebbe aiutare Giuseppe Conte nella sua ricerca di senatori “responsabili”. Ma alle sue condizioni, prima tra tutte una riforma fiscale.
Dopo l’allontanamento di Clemente Mastella, Giuseppe Conte deve muoversi in fretta per assicurarsi il sostegno di altri senatori per mantenere la posizione di premier: il senatore a vita ed ex Presidente del Consiglio Mario Monti – che si era già espresso favorevolmente in merito al mantenimento di Conte come guida del Governo – ha articolato un suo pensiero sulla sua pagina Facebook, dettando di fatto le condizioni per concedere la fiducia all’Esecutivo. Il post – pubblicato anche sul Corriere della Sera ed intitolato proprio “Condizioni per la fiducia a Conte” – contiene un’analisi sull’operato del premier, giudicato in modo tendenzialmente positivo da Monti: “Avrei fiducia, e la manifesterei, in un presidente del Consiglio che, nel proporsi per una continuazione della sua esperienza di governo, annunciasse la necessità di esaminare senza pregiudizi temi scomodi, impopolari e spesso elusi“, osserva l’ex Presidente dopo aver espresso anche il desiderio di una collaborazione più stretta con l’Unione Europea associata ad un ridotto euro scetticismo che nel nostro paese è ancora forte.
Infatti, per Monti la crisi può diventare un’opportunità per ridurre la diseguaglianza economica nei confronti degli stati leader dell’Unione Europea che ha stanziato aiuti giudicati essenziali dall’economista: “Quando invece l’Ue, aiuta gli stati, più di tutti all’Italia, il nostro Paese sembra abbagliato da improvvisa ricchezza, si attarda in crisi politiche nelle quali l’interesse del Paese è al massimo una foglia di fico”, continua il post. Concretamente, ciò che Monti sta chiedendo a Conte è una riforma fiscale che stravolga pesantemente il paese per riportarlo a poter competere con i più ricchi stati dell’UE. Questo dovrebbe avvenire tramite una tassazione “Friendly ma non troppo per i contribuenti”: sembra implicito in queste parole un innalzamento delle tasse. “Imposta ordinaria sul patrimonio, imposta di successione, imposizione sugli immobili e aggiornamento del catasto, imposizione sul lavoro”, l’elenco delle nuove imposte che secondo l’economista sul lungo termine potrebbero riequilibrare la situazione finanziaria del nostro paese. Il problema principale di questa soluzione però è evidente: la pandemia ha messo in ginocchio molti contribuenti e – in particolare – i lavoratori di alcuni settori non sanno come affrontare la fine della pace fiscale che li porterà a pagare tasse per le quali non hanno guadagnato abbastanza. Nel frattempo però, l’operazione “responsabili” stenta a decollare: quelle di Monti probabilmente resteranno solo teorie inapplicabili qualora il Governo dovesse cadere.
Le condizioni per la fiducia a Conte
Mio editoriale sul “Corriere della Sera”
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