La campagna vaccinale in Italia è partita in salita e presto potremmo restare a corto di dosi. Intanto una nuova variante del virus preoccupa gli esperti.
I dati del Ministero della Salute informano che nelle ultime ventiquattro ore i casi totali – attualmente positivi, morti e guariti – sono aumentati di 16.310 unità e portano il totale a 2.368.733. Da ieri 475 morti che fanno salire il totale delle vittime a 81.800 e 16.186 guariti che arrivano a quota 1.729.216. Tamponi 260.704.
I casi attualmente positivi sono 557.717, -351 rispetto a ieri. I ricoverati scendono a 22.784, -57 mentre in terapia intensiva 2520 assistiti, – 2 rispetto a ieri.
Vaccino: Pfizer diminuisce le dosi e decide a chi darle
La campagna delle vaccinazioni anti Covid, in Italia, è partita in ritardo rispetto ad altri Paesi e la strada sembra costellata da un ostacolo dietro l’altro. L’ultimo “imprevisto” arriva dalla casa produttrice, la Biontech- Pfizer la quale ha avvisato che, la prossima settimana, consegnerà circa il 29% in meno delle dosi prestabilite. A comunicarlo è stato il commissario straordinario Domenico Arcuri: “Pfizer ha comunicato unilateralmente che a partire da lunedì consegnerà al nostro Paese circa il 29 per cento di fiale di vaccino in meno rispetto alla pianificazione. Non solo: ha unilateralmente deciso in quali centri di somministrazione del nostro Paese ridurrà le fiale inviate e in quale misura”. E l’azienda non ha assicurato se questa riduzione riguarderà solo la fornitura relativa alla prossima settimana o anche quelle successive. Insomma: l’Italia potrebbe trovarsi con un terzo di vaccini in meno del previsto. E a farne le spese, prevedibilmente, saranno gli anziani che – in ordine di priorità – vengono dopo medici, sanitari e ospiti delle Rsa anche se è emerso che, purtroppo, in diverse Regioni i vaccini dati ad amici, parenti e soggetti non in lista per la fase uno hanno superato quelli somministrati a chi effettivamente ne ha diritto.
Non si può neppure contare sull’imminente arrivo del vaccino di AstraZeneca in quanto non sarà disponibile prima del 29 gennaio. Il responsabile della Strategia vaccini dell’Ema – Agenzia europea del farmaco – Marco Cavalieri, ha cercato di rassicurare spiegando che, per quanto riguarda il Pfizer, si tratta di semplici assestamenti nella produzione del farmaco. Il ritardo nella distribuzione dei vaccini, non dovrebbe tuttavia, compromettere le tempistiche della somministrazione della seconda dose. Senza la seconda dose, infatti, non si può assicurare l’immunità ai vaccinati che potrebbero, pertanto, continuare ad infettarsi e a contagiare altri soggetti.
Covid: aumentano le varianti
E mentre Pfizer a un passo – un grande passo – indietro nella fornitura dei vaccini, le varianti del Covid in circolazione aumentano. A quella inglese e sudafricana si aggiunge quella brasiliana e riuscire a tracciarne la presenza in ciascun Paese è complesso. La variante brasiliana è stata isolata il 6 gennaio scorso dall’Istituto nazionale giapponese per le malattie infettive. Nasce da 12 mutazioni concentrate sulla principale arma del virus, la proteina Spike.
Il timore più grande è che questa ennesima mutazione del virus possa compromettere il raggiungimento dell’immunità. Infatti un’infermiera brasiliana di 45 anni ha contratto questa nuova variante, dopo essere già guarita dal Covid. Non solo: la seconda volta che si è ammalata, la donna ha avuto sintomi più gravi. I ricercatori della Fondazione Oswaldo Cruz – un istituto di scienza di Rio de Janeiro – hanno avvertito che le mutazioni sulla nuova variante potrebbero aumentare il rischio di reinfezione. Per questa ragione il Regno Unito ha già vietato tutti i voli provenienti dal Sud America