Un commerciante romano è stato portato all’Ospedale Sant’Eugenio per Covid. Non ricevendo assistenza, è tornato a casa. Il dramma del sovraffollamento degli ospedali.
Lo hanno portato in ospedale dopo essere stato certificato come positivo al Covid e abbandonato a se stesso: un commerciante romano è ora ricoverato in condizioni gravi dopo aver affrontato una lunga camminata per tornare a casa. E’ successo all’Ospedale Sant’Eugenio di Roma: protagonista della vicenda che evidenzia ancora una volta la fatica terribile che il Sistema sanitario italiano – e romano in primis – fa per sostenere le ondate di nuovi pazienti positivi al Coronavirus. Solo oggi, per rendere un’idea dell’emergenza, sono stati registrati altri 1.612 casi in tutto il Lazio di cui ben 782 nella metropoli di Roma. Nella notte tra il 2 ed il 3 gennaio Marco, 49 anni e commerciante di professione è stato prelevato dall’ambulanza dalla sua casa nel quartiere romano dell’Eur dopo aver accusato gravi difficoltà respiratorie. Una volta arrivato al Sant’Eugenio però è iniziata un’odissea fatta di attese, ritardi e incertezza che ha portato l’uomo a tornarsene a casa camminando per quattro chilometri a piedi nonostante le sue difficili condizioni di salute.
L’uomo è arrivato in ospedale con la diagnosi di positività al Covid: era in quarantena già da capodanno assieme alla moglie e le sue condizioni si sono aggravate nel giro di 48 ore, portando al ricovero. Tuttavia, a causa del sovraffollamento presso il Sant’Eugenio, Marco si è ritrovato stipato in una sala container allestita per i pazienti malati di Covid senza nemmeno una sedia o la minima assistenza medica. Infine, ha ricevuto l’annuncio tanto temuto dopo ore di attesa: “Probabilmente sarete presi in carico domani mattina, dovete aspettare”, ha detto un infermiere. Il commerciante ha deciso di tornare a casa, preferendo il caldo della sua abitazione alle condizioni precarie della sala container: nonostante le difficoltà respiratorie, ha deciso di percorrere la strada fino a casa a piedi: “Non volevo contagiare nessuno”, ha poi spiegato la sua decisione di non prendere un taxi l’uomo. Le sue condizioni al ritorno a casa però sono precipitate ancora e nel giro di poche ore, Marco è stato portato all’Ospedale San Camillo, un’altra struttura che ha avuto grandi difficoltà nella gestione dei pazienti, in ambulanza con una polmonite bilaterale interstiziale molto severa.
La compagna dell’uomo è un avvocato ed ha avviato le pratiche per sporgere denuncia al Sant’Eugenio per aver abbandonato a se stesso l’uomo senza nessuna tutela: “Un paziente è stato completamente abbandonato a se stesso, al di là della necessità delle cure immediate e del ricovero”, ha spiegato la donna che pretende accertamenti da parte della direzione dell’ospedale in merito alla gestione dei casi di Covid. “Avvieremo un’indagine”, assicura la struttura. Ma la realtà è che casi come questo sono frutto di una situazione ormai insostenibile denunciata dal personale medico da quasi un anno: gli ospedali non sono attrezzati per gestire un tale flusso di persone e sono stati colti impreparati dalla seconda ondata invernale. E gli scienziati prevedono una terza impennata nei contagi che sarà anche peggiore.
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