Covid: i vaccini somministrati ad amici e parenti superano quelli dati agli anziani

La campagna delle vaccinazioni è partita in salita. Da un lato medici e sanitari scettici, dall’altro migliaia di persone fuori lista che hanno ricevuto il farmaco.

vaccini fuori lista
Getty Images/ Joe Raedle

Il 27 dicembre 2020 è iniziata la campagna di vaccinazioni anche in Italia. Nonostante le migliori intenzioni, la strada sembra tortuosa e tutta in salita. In base ai calcoli, infatti, mancano all’appello circa 3 milioni di dosi solo nella fase uno e il ritmo di distribuzione sta procedendo con il freno a mano tirato. Di questo passo le aspettative del Governo di vaccinare circa 6 milioni di italiani entro fine marzo verranno disattese. Senza contare le opposizioni dei numerosi no-vax, presenti anche tra i medici specialmente in alcune Regioni o Province come l’Alto Adige, fanalino di coda in Italia per numero di vaccinati. Ma vi è un altro problema da non sottovalutare: le vaccinazioni fuori lista. Nella prima fase della campagna vaccinale, infatti, il farmaco deve essere iniettato ai soggetti maggiormente a rischio. Dunque, in primis medici, infermieri e operatori sanitari; a seguire lavoratori e ospiti delle Rsa; infine anziani over 80. In data 12 gennaio 2021 su un totale di 718.797 vaccinazioni 569.554 dosi erano state somministrate a operatori sanitari o socio sanitari, 49.155 aospiti delle Rsa,ma più del doppio – ovvero 100.088 – a personale non sanitario che lavora negli ospedali e nelle Asl: cuochi, addetti alla manutenzione, amministrativi, dirigenti. Soggetti, insomma, che non rientrano in nessuna delle liste dei soggetti che devono essere vaccinati tra gennaio e marzo. E tra i 100mila “fuori lista” ci sono anche quegli amici o parenti che, l’8 gennaio, sono stati chiamati dal personale sanitario nell’Ausl di Modena per non far scadere le fiale.

I Nas ora stanno infatti indagando sull’andamento della campagna di vaccinazione e stanno acquisendo, in diverse Regioni, l’elenco dei vaccinandi, per verificare se ci sono stati abusi. Questo fenomeno dei vaccini somministrati a soggentti non aventi diritto in questa prima fase, riguarda un po’ tutte le Regioni o quasi. Nello specifico è emerso che in Campania, su 72.103 vaccinati ci sono 1.417 anziani delle Rsa e 11.730 di personale non sanitario, tra cui anche il governatore Vincenzo De Luca; in Calabria 10.940 vaccinati di cui 1.460 non sanitari e appena 44 ospiti di Rsa; in Sicilia 66.799 vaccinati di cui 1.695 ospiti delle case di riposo e 9.998 non sanitari; nelle Marche hanno vaccinato 145 ospiti Rsa ma ben 1.888 non sanitari; nel Lazio su 71.575 vaccinati 6.721 sono non sanitari e 4.904 gli anziani; in Lombardia 83.766 vaccinati, 13.472 personale non sanitario e solo 2.118 anziani delle case di riposo; in Emilia-Romagna su 76.076 somministrazioni, 5.321 sono state dedicate alle Rsa e 22.824 ad amministrativi, dipendenti, addetti alle pulizie, impiegati, amici e parenti dell’ultimo minuto. Nella Asl BAT – Barletta-Andria-Trani – la Questura ha addirittura aperto un’indagine interna. Infatti sarebbero stati invece vaccinati cinque insegnanti, un appartenente alle forze dell’ordine e un soggetto ‘di interesse istituzionale’

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