La linea dura di Franceschini cambia: palestre, bar e ristoranti chiudono. Ma i musei possono aprire

Un settore che forse riprenderà a lavorare a breve è quello dei musei, la cui riapertura potrebbe avvenire molto presto. Aperto un tavolo con le Regioni.

Riapertura musei 11_1_21 Leggilo.org
Getty Images/Ernesto Ruscio

Il Governo potrebbe decidere di dare il via alla riapertura di musei, gallerie d’arte, sale per le esposizioni e in generale di ogni altra struttura legata al vasto mondo dei beni culturali del nostro paese. Il settore, in crisi a causa del lockdown prima e delle misure di coprifuoco dopo, sta arrancando da marzo e questa notizia potrebbe portare un po’ di conforto a numerosi lavoratori. Il premier Giuseppe Conte ed il Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini – stando ad alcune fonti – hanno aperto un tavolo delle trattative con i rappresentanti di ogni regione, in seguito all’appello lanciato dal sindaco di Firenze Dario Nardella che ha chiesto un’intervento al ministro in persona: “Devo fare un appello al Governo e al nostro ministro Franceschini, che è sempre molto sensibile. Capisco la sua prudenza, ma io penso che nelle regioni gialle si possa prevedere una graduale riapertura dei musei”, le parole del politico che ha detto di considerare sia la scuola che la cultura “Leve per uscire dalla crisi”. Nardella garantisce che la riapertura dei musei avverrebbe in sicurezza dato che – a differenza ad esempio dei supermercati – questi non sono oggetto di grandi affollamenti.

La risposta del ministro Franceschini a questo appello è stata positiva? Decisamente si, dal momento che il politico si è espresso favorevolmente riguardo la riapertura: si tratta di un cambio di fronte – pur se parziale – dal momento che il ministro è stato in un primo momento uno dei più accaniti sostenitori della linea dura sulle chiusure per limitare la diffusione del Coronavirus che pure sono costate care al settore di sua competenza proprio come a tanti altri. Fino ad ora, sostentare i numerosi lavoratori di musei e gallerie d’arte rimasti temporaneamente senza lavoro è costato al dicastero quasi 11 miliardi di euro: “Un’attività che ha impegnato notevoli risorse umane e finanziarie e che proseguirà fino a quando questi due settori strategici non avranno superato la crisi”, aveva detto in occasione della chiusura del 2020 proprio il ministro Franceschini. Naturalmente, come tutti gli altri esercizi aperti durante la pandemia, musei ed altri edifici interessati da un’eventuale riapertura dovrebbero rispettare numerose misure di sicurezza come l’utilizzo di ingressi contingentati e la misurazione della temperatura corporea all’esterno dei locali. L’apertura di un tavolo per le trattative nell’ambito dei beni culturali potrebbe però apparire come una contraddizione per i tanti esercenti di locali di vario genere: palestre, ristoranti, attività di ogni tipo che non hanno ancora ricevuto alcuna garanzia in merito ad un parziale ritorno alla normalità. In particolar modo, la situazione è sconfortante per chi durante il periodo di zona rossa sotto Natale non ha potuto nemmeno consentire l’asporto nel proprio locale. Lo stesso Ministro Franceschini tempo fa aveva parlato di “Mantenere una linea dura per salvare delle vite“. Riguardo questa situazione, si è espresso nuovamente il premier Conte, tornando a promettere di non lasciare indietro nessuno: “Dobbiamo offrire delle garanzie ai lavoratori”, le sue parole in un discorso in cui ha parlato addirittura dell’arrivo di una terza ondata

I direttori di alcuni importanti siti di interesse culturale hanno accolto con entusiasmo questa trattativa tra Governo e Regioni: “Per noi ora non sarebbe molto difficile riaprire. Ci teniamo pronti e, quando sarà, saremo lieti di accogliere i visitatori”, ha detto in merito il direttore del parco archeologico di Paestum e Velia. Alcune strutture come Palazzo Fava a Bologna hanno anche motivi più specifici per spingere affinché il tavolo delle trattative porti ad una riapertura parziale di edifici di interesse culturale. Fabio Roversi-Monaco, presidente di Genus Bononiae, ha chiesto una riapertura limitata a 30 giorni, ricordando che il palazzo storico ospiterà fino al 15 febbraio il politicco Griffoni di Francesco del Cossa ed ed Ercole De Roberti, un’opera composta da 6 tavole che generalmente sono divise tra musei in tutto il mondo: “Fino all’ultimo vogliamo tentare di dare al pubblico l’opportunità di godere di quest’opera straordinaria, visitando una mostra che all’unanimità è stata definita irripetibile”, le parole del direttore. La riapertura dei musei – a sua detta – diventerebbe un simbolo di un’Italia che lentamente inizia a rialzarsi dalla peggiore crisi degli ultimi anni.

Gestione cookie