Diffusa la prima bozza del nuovo piano pandemico nazionale, che stabilisce modalità e criteri di gestione in caso di nuove pandemie.
I dati del Ministero della Salute ci informano che i casi totali – attualmente positivi, morti e guariti – salgono di 14.242 unità che portano il totale a 2.303.263. Nelle ultime ventiquattro ore 616 morti che fanno salire il totale delle vittime a 79.819. Da ieri 141.641 tamponi.
I casi attualmente positivi sono 570.040, -5939 rispetto a ieri. I guariti salgono a 1.653.404 registrando un incremento di 19.565 unità. I ricoveri sono 23.712, +109 mentre in terapia intensiva 2636 assistiti, – 6 rispetto a ieri.
Covid: ecco il piano pandemico dell’Italia
A quasi un anno dall’esplosione della pandemia di Coronavirus, e dopo polemiche roventi sulla mancanza aggiornamenti addirittura dal 2006, il Governo ha reso nota la bozza del nuovo piano pandemico nazionale, che dovrebbe coprire il periodo compreso tra il 2021 ed il 2023. Il testo, elaborato dal dipartimento Prevenzione del Ministero della Salute, sarà sottoposto alle Regioni nelle prossime settimane e individua una serie di misure atte a fronteggiare eventuali future pandemie.
Nonostante dal Ministero della Salute facciano sapere che il testo diffuso, rappresentando soltanto una bozza preliminare, possa essere soggetto a modifiche anche sostanziali, non mancano le polemiche sui contenuti del piano, legate soprattutto ad aspetti di carattere etico. Il tema più contestato, è quello che stabilisce una sorta di “gerarchia” tra i diversi malati che potrebbero aver bisogno di cure. Gli operatori sanitari, naturalmente, saranno “sempre obbligati, anche durante la crisi, a fornire le cure migliori, più appropriate e ragionevolmente possibili“. Ma, dopo aver evidenziato questo concetto, il piano sottolinea che “Tuttavia, quando la scarsità rende le risorse insufficienti rispetto alle necessità, i principi di etica possono consentire di allocare risorse scarse in modo da fornire trattamenti necessari preferenzialmente a quei pazienti che hanno maggiori probabilità di trarne beneficio“. Parole che non sono sfuggite a Matteo Renzi, che su Facebook ha contestato l’approccio del nuovo testo: “Presentato il Piano Pandemico nazionale. Dice: ‘Se ci sono poche risorse, bisogna scegliere chi curare’”, ha scritto il leader di Italia Viva, che poi, riprendendo una delle questioni sulle quali si avvia ad aprire una crisi di Governo, rilancia: “Ho una idea più semplice. Se ci sono poche risorse, prendiamo il Mes. Ci vuole tanto a capirlo?“.
Nelle 140 pagine del nuovo piano pandemico, inoltre, sono contemplate le strategie operative da mettere in campo in caso di necessità: garantire mascherine e Dispositivi di protezione, effettuare esercitazioni ma anche elaborare la catena di comando (chi fa che cosa) e provvedere a piattaforme “per il rapido sviluppo di farmaci antivirali antinfluenzali e vaccini pandemici contro virus influenzali aviari che si dimostrino in grado di passare all’uomo“. Previste poi misure di prevenzione e controllo, oltre che azioni di monitoraggio circa lo stato di attuazione del piano stesso.
Tra i fattori considerati maggiormente rilevanti viene indicata la necessità di garantire disponibilità di forniture annuali di vaccini antinfluenzali e di contare su una riserva nazionale/regionale di farmaci antivirali, per la quale dovranno essere definite le modalità di accesso. Per quanto riguarda i piani regionali, la bozza sottolinea come questi dovranno “essere attuati dopo 120 giorni dall’approvazione del Piano nazionale“, con l’obbligo di redarre ogni anno un report sullo stato di attuazione.
Nel piano viene dedicata grande attenzione anche al ruolo di una corretta comunicazione, aspetto ritenuto fondamentale per contrastare la diffusione di fake news. Indispensabile, inoltre, “una formazione continua degli operatori sanitari finalizzata al controllo delle infezioni respiratorie e non solo“. Questo perché la pandemia in corso, si legge ancora nella bozza, “conferma l’imprevedibilità di tali fenomeni e che bisogna essere il più preparati possibile ad attuare tutte le misure per contenerli sul piano locale, nazionale e globale“. Alla luce di questa realtà, sarà quindi fondamentale poter contare su “sistemi di preparazione che si basino su alcuni elementi comuni rispetto ai quali garantire la presenza diffusamente nel paese” ai quali dovranno affiancarsi altri elementi “più flessibili da modellare in funzione della specificità del patogeno che possa emergere“.
Negli ultimi mesi, il mancato aggiornamento del piano pandemico era stato alla base di polemiche e contestazioni politiche – con il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri che ha in più di un’occasione chiesto la rimozione di diversi dirigenti del Ministero – e di un’inchiesta, tuttora in corso, aperta dalla Procura di Bergamo in seguito ad alcune mail che avrebbero fatto emergere il tentativo di modifica della data del piano – in realtà risalente al 2006 – al fine di spacciarlo per una versione aggiornata e più recente. Nella vicenda, coinvolti Francesco Zambon, ricercatore per l’Organizzazione mondiale della Sanità e Ranieri Guerra, ex direttore Prevenzione per il Ministero della Salute, accusato da Zambon di aver chiesto la “falsificazione” del piano.