Secondo caso, in Abruzzo, di “paralisi di Bell” su membri del personale sanitario sottoposti alla vaccinazione anti-Covid. Una reazione prevista e non grave, secondo il direttore sanitario dell’ospedale abruzzese Maurizio Brucchi.
Un’infermiera di Teramo avrebbe fatto riscontrare una reazione avversa subito dopo la somministrazione del vaccino anti-Covid. La donna, che è stata immediatamente ricoverata nel reparto di Neurologia dell’ospedale Mazzini sarebbe stata vittima, secondo quanto riporta la stampa locale, di una sindrome nota come “paralisi di Bell“, una paresi facciale derivante da una disfunzione del VII nervo cranico.
Il sintomo è rappresentato dall’incapacità di controllare i muscoli del viso dal lato colpito dalla sindrome. Secondo quanto trapelato, l’infermiera sarebbe stata colpita in forma lieve e la Asl di Teramo ha già provveduto a rassicurare circa le condizioni della donna, che vengono definite “buone“. Il ricovero, ha spiegato il direttore sanitario Maurizio Brucchi, è stato deciso “più per ragioni cliniche di approfondimento e di studio, che per la patologia”.
Questa sindrome, ha spiegato ancora Brucchi, consiste in una “complicanza prevista nella somministrazione di tanti altri farmaci“, che oltre a presentarsi in una quantità irrilevante di casi, si manifesta solitamente in forma “assolutamente reversibile“. Quella dell’infermiera di Teramo, ha affermato il direttore sanitario, è la seconda reazione avversa registrata nella Regione Abruzzo, a fronte di un totale di circa 10 mila vaccinati. “Non è nulla di importante e si risolve completamente con una cura nel giro di pochi giorni“, ha sottolineato Brucchi. In entrambi i casi, infatti, le condizioni dei pazienti non hanno destato preoccupazione, trattandosi di disfunzioni non gravi e destinate a scomparire in breve tempo, con una completa guarigione funzionale. “Tutti i vaccini e i medicinali possono avere degli effetti collaterali. Che questo vaccino è sicuro a dirlo sono i numeri: su quasi 10mila persone sono due reazioni avverse e di leggerissima entità“, ha concluso Brucchi.
Una reazione che per altro era già inserita tra i possibili effetti indesiderati del vaccino Pfizer-BioNTech, come evidenziato anche dall’Agenzia Italiana del Farmaco in un documento pubblicato per chiarire 35 dubbi sul trattamento anti-Covid.
“Le reazioni avverse osservate più frequentemente (più di 1 persona su 10) nello studio sul vaccino Pfizer sono stati in genere di entità lieve o moderata e si sono risolte entro pochi giorni dalla vaccinazione“, si legge nel documento. Tra le possibili reazioni elencate, figuravano dolore, gonfiore nel sito di iniezione, stanchezza, mal di testa, dolore ai muscoli e alle articolazioni, brividi e febbre e anche la debolezza nei muscoli di un lato del viso (paralisi facciale periferica acuta). Una reazione che, precisa ancora l’Aifa, si è verificata in meno di una “meno di 1 persona su 1000“.