Questa mattina si sono svolti i funerali di Lucio Marrocco, il medico responsabile delle vaccinazioni a Cosenza morto suicida. A quanto pare l’uomo soffriva di depressione.
Si fa il giuramento di Ippocrate, si promette di fare il possibile – e talvolta si cerca di fare pure l’impossibile – per salvare vite umane; si giura di dedicare tutta la propria esistenza agli altri. Ma poi arriva un’improvvisa pandemia che costringe ad assistere impotenti a centinaia di morti al giorno, che costringe a vedere anziani che muoiono da soli in freddi letti di ospedale senza nemmeno il conforto di avere i propri cari a fianco. E assistere per quasi un anno, ogni giorno, a tutto questo può diventare troppo anche per il più professionale, rigoroso e appassionato dei medici. Il Covid ha messo in ginocchio la Sanità non soltanto perché ha portato a galla tutta l’inadeguatezza del sistema sanitario ma anche perché ha costretto medici e infermieri a turni assurdi, inumani. E mentre tutti eravamo impegnati a deinirli “eroi” molti di loro sono diventati facili prede per fenomeni a carattere depressivo. Lo scorso aprile, a New York, si tolse la vita una dottoressa impegnata nella lotta contro il Coronavirus. Dopo il suo suicidio, il padre dichiarò: “Ha cercato di salvare tutti e questo l’ha uccisa”.
E’ quanto, probabilmente, accaduto anche al dottor Lucio Marrocco, direttore di dipartimento dell’Azienda ospedaliera di Cosenza che, dal 27 dicembre, gestiva il piano delle vaccinazioni anti Covid. Questa mattina, nella chiesa di Santa Teresa si sono svolti i suoi funerali. L’uomo si è tolto la vita lanciandosi dal balcone posto al quinto piano della palazzina in cui abitava insieme alla famiglia. A causa delle norme anti Covid alle esequie hanno potuto presenziare solo la moglie, Simona Loizzo, anche lei dirigente medico all’Annunziata, e i figli. Numerosissimi i colleghi che hanno aspettato fuori dalla chiesa per dare l’ultimo saluto a Marrocco.
Il cinquantaseienne era molto ben voluto da chi lo conosceva: in questi giorni aveva aiutato i colleghi impegnati nella somministrazione del Pfizer ed era sempre stato gentile e disponibile con i giornalisti. Ancora non si conoscono le ragioni che possono aver indotto Marrocco al gesto estremo. Si presume che il medico soffrisse di una depressione strisciante amplificata dall’emergenza Covid e dal forte stress anche legato alla campagna dei vaccini che richiede ritmi molto intensi. Tuttavia l’uomo, nell’ultimo periodo, non aveva dato alcun segno che potesse lasciar presagire un malessere così forte da portare al suicidio.