Dopo il PD e i Cinque Stelle anche altre voci intervengono sulla scena per opporsi a nuove elezioni e tirano in ballo la pandemia di Covid.
Il Coronavirus ha cambiato le nostre vite sotto moltissimi aspetti. Ci siamo abituati a lavorare o studiare da casa, alle cene d’asporto davanti a film visti su piattaforme in streaming invece che al cinema, agli acquisti online. Abbiamo tristemente fatto il “callo” alle saracinesce di bar e ristoranti abbassate o alzate ma solo per asporto; abbiamo preso dimestichezza con la mascherina e perfino con il coprifuoco. E, dopo mesi di sacrifici, ci siamo anche rassegnati al Natale in solitudo, senza i nonni e senza cenoni e tavolate con parenti e amici. Ciò che, tuttavia, non ci saremmo aspettati è che la pandemia di Covid potesse influire in qualche misura anche sulla possibilità di tornare alle urne. La crisi di Governo, il braccio di ferro tra Matteo Renzi e il Presidente del Consiglio sul Recovery Plan e il Mes, sembravano rendere possibile l’ipotesi di nuove elezioni. Ipotesi temuta tanto dai Cinque Stelle – disposti anche ad accettare la renziana Maria Elena Boschi come nuovo Ministro – quanto dagli esponenti del Partito Democratico che, pur di scongiurare nuove elezioni in un momento ritenuto particolarmente critico, hanno deciso di scaricare il leader di Italia Viva e blindare il Premier Conte a Palazzo Chigi.
Contro nuove elezioni si è espresso – pre ragioni del tutto diverse dai Dem e dai pentastellati – l’infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano, il professor Massimo Galli. Dopo aver lanciato l’idea di utilizzare le palestre chiuse come spazio adibito a vaccinare la popolazione, l’infettivologo -Intervenendo all’Aria Che Tira su La7- ha spiegato perché ritiene non sia il momento di pensare di fare tornare il Paese a votare: ” Non possiamo permetterci nuove elezioni in piena pandemia“. E, facendo rierimento al Referendum sul taglio dei parlamentari di settembre, il professore ha inclazato: “Quelle altre ci sono costate qualche decina di migliaia di casi in più e io sono stato l’unico imbecille a dirlo“. A supporto della sua tesi su una catastrofe in caso di una nuova chiamata alle urne per gli italiani, Galli prosegue riportando l’esempio degli Stati Uniti: “Voi non avete idea quanto è costato agli Stati Uniti l’elezione presidenziale in termini di pandemia”.
Recentemente, il professore – in un’intervista alla Repubblica – non ha esitato ad esprimersi contro le troppe libertà concesse dal Governo a Natale. Libertà che – a suo avviso – stiamo scontando ora con una nuova risalita di contagi. Del resto la campagna di vaccinazione è appena cominciata e non ci si può adagiare, dunque, totalmente sull’attesa dell’immunità di gregge. Per Galli, ancora una volta, l’unica soluzione è il lockdown totale: “Se appena affermi la liceità di una cosa allora diventa un liberi tutti, allora resta solo il lockdown.Le misure sono come le diete: se fai una cosa rigida ma breve e riapri subito, ti trovi nei guai”. Ma già la sola alternanza di giornate arancioni e giorni rossi ha comportato per i ristoratori – costretti a chiudere per il cenone della vigilia e di San Silvestro e per i pranzi di Natale e di Capodanno – una perdita di circa 700 milioni di euro pari all’1% di tutto il fatturato annuo del settore.