Da lunedì nuove restrizioni in tutta Italia. E il Governo vuole chiudere bar e ristoranti nei weekend

La curva epidemiologica preoccupa Governo e Cts, con l’Italia che da lunedì sarà quasi completamente colorata di arancione. Intanto l’Esecutivo lavora al nuovo decreto, che entrerà in vigore il 16 gennaio.

Da lunedì quasi tutta Italia sarà arancione
Roberto Speranza/John Thys, Getty Images

L’Italia, che vive oggi l’ultimo giorno di zona gialla prima del weekend arancione di domani e dopodomani, si prepara ad andare incontro ad una forte stretta. Previste limitazioni da lunedì, infatti, per molte Regioni: il virus corre e l’indice Rt supera quota 1 – soglia limite per l’ingresso in zona arancione – in molti territori. “La curva epidemiologica sta risalendo, è fondamentale mantenere alto il livello del rigore“, mette in guardia il Ministro della Salute Roberto Speranza, visibilmente preoccupato dai dati sui ricoveri in terapia intensiva – che hanno smesso di scendere – e per i numeri che la pandemia sta facendo registrare in giro per l’Europa, con Gran Bretagna e Germania in piena crisi di contagi e decessi. Una prospettiva che l’Italia, già provata da 77.291 morti, non può permettersi di seguire.

Il monitoraggio della cabina di regia, previsto per oggi, dovrà classificare nelle diverse zone tutte le Regioni, con il Paese che da lunedì 11 sarà, con ogni probabilità, prevalentemente arancione, interrotto da qualche – rara – macchia gialla e da qualche area rossa. Per diversi territori – Lombardia, Veneto e Sicilia – l’incertezza ormai è tra l’inserimento in zona arancione o in zona rossa. Ma in tutta Italia i dati del bollettino nazionale, quello di ieri registra altri 414 decessi, segnalano indicatori in crescita. Così come la preoccupazione del Governo. Presa visione del report del Comitato Tecnico Scientifico, Speranza firmerà l’ordinanza che attribuisce ad ogni Regione la propria fascia di rischio in base alla quale scatteranno le restrizioni.

Parallelamente, si continua a lavorare al nuovo Decreto che, confermando gran parte delle limitazioni attuali, dovrà entrare in vigore il 16 gennaio e durare presumibilmente fino alla fine del mese, anche se l’ipotesi di prorogare lo stato di emergenza fino almeno al 31 marzo è concreta, e permetterebbe di dare vita più lunga al testo. L’intenzione di Speranza è di assicurarsi che il nuovo Decreto confermi lo stop agli spostamenti tra Regioni – con l’eccezione del limite di 30 chilometri da casa per i Comuni con meno di 5000 abitanti – e che introduca su tutto il territorio nazionale, per i fine settimana, le limitazioni della zona arancione, con bar e ristoranti chiusi al pubblico anche per le Regioni “gialle” dal lunedì al venerdì. Mentre nelle aree rosse rimarrebbero in vigore le restrizioni più severe.

Confermato il coprifuoco dalle 22 alle 5 indipendentemente dalla fascia di rischio. All’interno di questa fascia oraria, tuttavia, sarà ancora concesso uno spostamento al giorno per recarsi – in due persone al massimo, salvo figli minori di 14 anni e conviventi non autosufficienti che non rientrano nel computo – in visita presso l’abitazione privata di amici o familiari.

Qualche novità potrebbe arrivare per quel che riguarda lo sport, con il Ministro Vincenzo Spadafora che spinge affinché la situazione possa tornare alle condizioni in vigore prima del Dpcm del 4 dicembre, con la possibilità, per le Regioni in zona gialla, di allenarsi – sempre in forma individuale – negli sport di squadra. L’idea trova le resistenze della squadra di rigoristi formata da Speranza e dagli altri Ministri Francesco Boccia e Dario Franceschini, ma la discussione in questo senso è aperta.

La classificazione delle Regioni avviene attraverso l’incrocio tra l’indice Rt – calcolato rispetto alle nuove e più rigide soglie di rischio – e la tenuta delle strutture sanitarie. Secondo i dati di ieri, in tutte le aree del Paese il grado di rischio è attualmente catalogato come moderato: questo fa sì che ovunque l’indice Rt raggiunga quota 1, si entrerà in zona arancione, con negozi aperti ma bar e ristoranti chiusi, oltre all’obbligo di muoversi esclusivamente all’interno del territorio del proprio Comune.

Secondo le ultime rilevazioni, l’Emilia Romagna sarebbe a 1,05, il Veneto a 1,07, Calabria e Lombardia anche più in alto. E, tenendo conto che la soglia successiva – quella della zona rossa – è fissata a 1,25, nessuna di queste Regioni può escludere con certezza di essere inserita nella fascia di massimo rischio. Quella in cui anche i negozi devono abbassare le serrande e gli spostamenti – permessi esclusivamente per ragioni di lavoro, salute o necessità – devono essere motivati dall’autocertificazione. E se Toscana, Friuli-Venezia Giulia, Molise e Campania dovrebbero quasi certamente rimanere in giallo, Lazio e Liguria rimangono in bilico tra la fascia più bassa e quella intermedia. Per le altre, l’arancione sembra certo.

 

 

Gestione cookie