Milioni di morti in tutto il mondo ma dopo il Coronavirus potrebbero arrivare pandemie ancora più devastanti. A dirlo è l’Organizzazione Mondiale della Sanità.
I dati del Ministero della Salute in merito alla situazione di oggi ci informano che i casi totali – attualmente positivi, morti e guariti – salgono di 18.020 unità che portano il totale a 2.220.361. Nelle ultime ventiquattro ore 414 morti che fanno salire il totale delle vittime a 77.291 e 15.659 guariti che raggiungono quota 1.572.015. Da ieri 121.275 tamponi.
I casi attualmente positivi tornano a salire e arrivano a 571.055, +2343 rispetto a ieri. Crescono anche i ricoverati che raggiungono quota 23.291, +117 mentre nelle terapie intensive 2587 assistiti, +16 rispetto a ieri.
Quasi un anno dal giorno in cui – nostro malgrado – abbiamo dovuto iniziare a fare i conti con un nemico sconosciuto: il Covid 19. Nei mesi precedenti ne avevamo sentito parlare ma aveva colpito la Cina, ci sembrava così lontano da noi, dalla nostra vita. Poi il primo caso a Lodi e da lì è stata tutta una strada in salita: di contagi e di decessi che, in meno di un anno, hanno superato quota 76mila in Italia. Eppure, l’Organizzazione Mondiale della Sanità considera il Covid solo un campanello d’allarme: il peggio deve ancora venire. “Questa pandemia è stata molto grave. Si è diffusa molto rapidamente in ogni angolo del mondo, ma non è necessariamente la peggiore” – le parole schiette di Michael Ryan, responsabile strategico e tecnico delle emergenze dell’Oms, durante la conferenza stampa di fine anno. Ryan ha spiegato che questo virus deve renderci più preparati ad affrontare altre pandemie che ci colpiranno in futuro. Inoltre, nonostante i milioni di morti in tutto il mondo, il tasso di letalità del Covid non è da considerarsi particolarmente allarmante, tutt’altro: “Il tasso di mortalità del Covid-19 è relativamente basso rispetto ad altre malattie emergenti. Dobbiamo prepararci a qualcosa che potrebbe essere più grave in futuro”.
E, mentre in Italia sembra sempre più vicina l’ipotesi d’imporre l’obbligo alla vaccinazione al fine di raggiungere, nel minor tempo possibile, l’immunità di gregge, l’Organizzazione Mondiale della Sanità va in tutt’altra direzione e ci invita ad abituarci a questo virus. Ryan è stato molto chiaro in tal senso: “Il mondo ha sperato nell’immunità di gregge ma purtroppo, intorno a quel concetto c’è stato un fraintendimento.La convivenza con il Covid-19 è qualcosa a cui ci dobbiamo abituare. sembra che il destino del Covid 19 sia quello di diventare endemico e continuerà a mutare mentre si riproduce nelle cellule umane”.
Che fare allora? Certo, con il tempo forse l’organismo umano si adatterà ma nel rattempo non è possibile pensare di continuare a pagare lo scotto di centinaia di morti ogni giorno. Secondo l’Oms l’unica soluzione è puntare sulla ricerca e sul potenziamento dei sistemi sanitari.
E mentre da oggi quasi tutta Italia torna in zona gialla e ci si appresta alla riapertura delle scuole, in Cina torna a crescere la paura. Abbiamo assistito stupefatti alle immagini di Pechino dove la sera del 31 dicembre, migliaia di persone si sono riversate per le strade a festeggiare la fine del 2020. Addirittura la sera del 31 dicembre Xi Jinping aveva dichiarato la vittoria della Cina sull’epidemia mentre la stampa statale non manca di rimarcare il disastro causato dalla pessima gestione europea e statunitense. Ma da due giorni nella citta di Shijiazhuang – capoluogo della provincia dello Hebei che circonda Pechino – si sono verificati 200 nuovi casi di Coronavirus, tra sintomatici e asintomatici. Non tanti se si pensa che a Shijiazhuang vivono ben 11 milioni di persone ma sufficienti a far piombare la città nuovamente in lockdown. Sono stati bloccati i collegamenti ferroviari e stradali all’interno della provincia e con la capitale, che dista 300 chilometri.
La Cina è in preallarme in vista del Capodanno lunare che, quest’anno, cadrà il 12 febbraio. La festività è occasione per centinaia di milioni di lavoratori migranti di fare ritorno a casa, muovendosi dalle grandi aree industriali. Quest’anno ai dipendenti pubblici di Pechino è stato chiesto di non muoversi e, addirittura, alla popolazione di Wuhan è stato consigliato di accumulare scorte di cibo in casa nell’eventualità di una nuova quarantena. Nel frattempo le autorità continuano a tenere in stallo la missione di studio dell’Organizzazione mondiale della sanità che ancora aspetta di poter indagare a Wuhan. I 10 scienziati internazionali sarebbero dovuti partire a inizio gennaio, ma all’ultimo minuto Pechino non ha concesso i visti di ingresso.
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