Vaccini anti Covid a rischio. Si tratta di un ambito molto fruttuoso per le organizzazioni criminali.
Ogni situazione di emergenza e crisi rischia di diventare un terreno fertile per fare business per la criminalità. Stando al report dell’Organismo di monitoraggio istituito dal capo della Polizia le organizzazioni criminali quasi certamente cercheranno di allungare le mani sul mercato dei vaccini anti Covid in virtù dell’elevata domanda. Secondo l’ ipotesi su cui stanno indagando i carabinieri del Nucleo Antisofisticazione e Sanità, i clan criminali potrebbero tentare di muoversi alla ricerca di residui del vaccino che poi rivenderebbero attraverso un mercato nero parallelo a quello ufficiale. I Nas di Roma hanno già chiesto ai responsabili delle strutture che stanno somministrando il farmaco, di tenere i registri con i nomi delle persone vaccinate e, al contempo, di controllare scrupolosamente i residui delle fiale. L’Agenzia del Farmaco sconsiglia gli acquisti on line, avvertendo che il prodotto potrebbe essere non soli del tutto inefficace ma anche nocivo per la salute.
Il mercato dei vaccini non è l’unico su cui le organizzazioni criminali potrebbero provare a lucrare. In una situazione che ha prodotto – oltre a migliaia di morti nel nostro Paese – anche un esercito di persone che hanno perso il lavoro o che rischiano di chiudere la loro attività, il rischio che molti finiscano nei tentacoli degli usurai è elevatissimo. Proprio come è accaduto a R.T, il 32enne napoletano scomparso da oltre un mese dopo essersi indebitato fino al collo con l’usura in seguito alla perdita del lavoro. Attrattive per i clan mafiosi sono sia quei settori resi maggiormente attrattivi dal protrarsi della pandemia come gli e-commerce, la vendita al dettaglio di prodotti alimentari, i servizi di pulizia e quelli funebri. Ma potrebbero diventare facili prede anche – di contro – quelle attività maggiormente penalizzate dal lockdown e a rischio chiusura come quelle legate al turismo, alla ristorazione e all’intrattenimento.
Le indagini confermano, inoltre, il tentativo da parte dei clan malavitosi di accedere illecitamente alle misure di sostegno all’economia avvalendosi di falsificazione di documenti fiscali, utilizzazione strumentale di società cartiere, coinvolgimento di esperti giuridico-contabili. Come anche confermato il tentativo di ottenere, da parte delle strutture sanitarie, il pagamento di prestazioni rese da aziende contigue attraverso condotte corruttive.
Purtroppo non sono solo i clan mafiosi da tenere d’occhio. A Modena la Ausl ha avviato un’istruttoria per verificare le procedure adottate da alcuni operatori sanitari. Questi ultimi, a quanto pare, alla fine della giornata avrebbero somministrato ai loro congiunti dosi di vaccino avanzate mentre, secondo la procedura standard, quelle dosi avrebbero dovuto essere somministrate o ad altri sanitari che avevano prestato il consenso o a coloro che si erano prenotati per i giorni successivi. Il caso più eclatante riguarda un volontario dell’AVAP che, a fine giornata, ha avuto delle dosi per vaccinare le figlie che non erano nella lista delle persone da vaccinare e una era anche minorenne. L’uomo ha poi condiviso il tutto sui social network ed è stato proprio grazie al suo post che alcuni medici e operatori hanno segnalato quanto stava accadendo nell’ospedale di Baggiovara.