Conviene a tutti che Conte resti sulla poltrona di Palazzo Chigi, dice Massimo D’Alema
Massimo D’Alema, formalmente fuori dalla scena politica nazionale, sembrerebbe uno dei più vicini consiglieri del Premier Giuseppe Conte. E, sul rischio di una crisi di Governo, ostenta tranquillità: “Non si manda via l’uomo più popolare del Paese per fare un favore a quello più impopolare“.
Lui nega tutto. Ma non è affatto facile pensare che uno come Massimo D’Alema, dopo quarant’anni di carriera politica, rimanga ad osservare il naufragio di un Governo che in più di un’occasione ha dichiarato di sostenere. Non a caso, volendo ascoltare le voci di Palazzo, l’ex leader del Centrosinistra è definito da più parti come uno dei più importanti ed ascoltati consiglieri del Premier Giuseppe Conte. E che in queste settimane, con l’Esecutivo che naviga in acque agitate, tra una gestione sempre più difficoltosa della pandemia e gli strappi minacciati da Matteo Renzi, lo stesso D’Alema sia tra i protagonisti più attivi nel tentativo di ricucire, mediare, trovare una soluzione che riesca a scongiurare una crisi.
Ma lui, naturalmente, nega tutto, e interpellato da La Repubblica sulla fase complicata che il Governo italiano si trova ad attraversare, ostenta ottimismo: la crisi rientrerà perché “Conviene a tutti“, assicura. “Vedrete che presto si tornerà a parlare d’altro“.
Una semplice previsione, frutto dell’osservazione dello scenario politico. Non certo l’indiscrezione di qualcuno che, nella partita in corso, stia giocando un ruolo “Io non non faccio più politica, se non come semplice iscritto di Articolo uno“, ribadisce. Ma quando si parla di trame ed intrighi, crisi da mettere in atto o da far rientrare, uno con l’esperienza di D’Alema può sempre avere un punto di vista interessante. Fu su di lui che si concentrarono, nel 1998, le accuse di aver tramato per far cadere il primo Governo Prodi: ma lui, oggi come allora, respinge le accuse, addebitando l’esito di quella crisi all’ostinazione dell’allora Presidente del Consiglio, che volle a tutti una conta dei voti in Parlamento. Lo stesso scenario evocato nella conferenza stampa di fine anno da Conte, apparentemente orientato a ricercare il voto di qualche “responsabile” in Aula, qualora la mediazione con Renzi non arrivasse ad un punto d’incontro. D’Alema non si scompone, convinto che, anche ipotizzando che il leader di Italia Viva intenda realmente far fuori il Presidente del Consiglio, un piano del genere non troverebbe sponde all’interno della Maggioranza: “Non credo che possa passare per la mente di nessuno l’idea di mandare via da Palazzo Chigi l’uomo più popolare del Paese per fare un favore a quello più impopolare“, taglia corto, sintetizzando in poche parole il proprio punto di vista sui due personaggi. D’Alema è in buoni rapporti anche con il M5S, l’unico in queste ore a sostenere realmente il premier: all’inizio di dicembre, lo stesso D’Alema ammetteva “Chi come me ha responsabilità pubbliche, ha la responsabilità di aiutare, se richiesto di dare dei consigli” e si era venuto a sapere che di un incontro con Luigi Di Maio alla Farnesina. Si disse che il Ministro degli Esteri stesse cercando l’appoggio di D’Alema per riuscire a inserire il Movimento 5 Stelle in qualche gruppo europeo: i 14 eurodeputati avevano provato a cercare casa tra i Verdi, i liberali, la Sinistra ma erano stati respinti. D’Alema starebbe – racconta La Stamoa – avrebbe accordato il proprio sostegno ai grillini per un loro ingresso nei progressisti di Socialists and Democrats, a cui appartengono anche il Pse, il Partito democratico e i socialdemocratici tedeschi.
A risolvere la crisi potrebbe essere il dem Goffredo Bettini, spiega ora D’Alema, regista di moltissime campagne democratiche che, in caso di un riassetto del Governo, potrebbericoprire il ruolo di sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. E sul quale D’Alema spende parole al miele: “Bettini è serio e responsabile. Per fortuna a cercare una soluzione ci sono uomini come lui e come Roberto Speranza, il difensore della salute degli italiani“, dice D’Alema.
Certamente, la questione si avvia ad una risoluzione in tempi brevi: che si trovi una soluzione per mantenere in vita questo Governo – o comunque questa Maggioranza – o che, al contrario, il Centrosinistra italiano metta in scena l’ennesima manovra autodistruttiva, il tempo stringe. “Io ormai faccio il professore e il consulente, lo sanno tutti, per il mio lavoro andrò presto in Africa“, si barrica D’Alema, con un altro riferimento – questa volta a Walter Veltroni – non particolarmente nascosto.