E’ dal 2 dicembre scorso che non si hanno più notizie di R.T, un 32enne di Napoli che, secondo i familiari, era finito nelle mani dell’usura dopo la perdita del lavoro a causa del lockdown.
“Esco. Ci vediamo stasera”. Queste sono state le ultime parole rivolte il 2 dicembre da R.T alla moglie. Ma il 32enne residente a Vasto, in provincia di Napoli, non ha più fatto ritorno a casa. La moglie, non vedendolo rientrare, ha provato a contattarlo intorno alla mezzanotte ma il cellulare risultava spento. Preoccupata, la donna si è presentata il giorno successivo al commissariato della Polizia di Stato di “Vicaria-Mercato” per chiedere aiuto. In apparenza potrebbe sembrare un caso di sparizione come un altro. O magari una fuga con un’altra donna. Ma dalle testimonianze della famiglia si scopre che, molto probabilmente, dietro la misteriosa sparizione di R.T si nasconde ben altro. Dal racconto del ratello del 32enne è emerso che il giovane, dopo aver perso il lavoro a causa del lockdown, non riuscendo più neppure a pagare le bollette o a fare la spesa per sostentare la propria famiglia, era finito nelle mani degli usurai: “Mio fratello era indebitato fino al collo”.
Le indagini svolte dalla Polizia, ad oggi, non hanno prodotto risultati: R.T. non soffriva di disturbi psicologici, non era segnalato alle forze dell’ordine, nessun problema di tossicodipendenza. Trascorsi i canoni tre giorni, è stato anche aperto un fascicolo in Procura ma anche qui nulla di fatto. L’ipotesi che sta prendendo sempre più strada è che il giorno della sua scomparsa R.T avesse appuntamento proprio con uno degli strozzini a cui avrebbe dovuto, probabilmente, restituire una cifra di cui non disponeva. E l’incontro potrebbe essersi concluso in tragedia.
Alla moglie non avrebbe mai riferito questa circostanza. Forse la donna neppure sapeva dei guai in cui era finito il marito. Infatti è stato il fratello a parlare ai poliziotti dei problemi economici e dei debiti del 32enne scomparso. Non si può escludere un gesto estremo. Sono tante le persone che, avendo perso il lavoro in questi mesi di chiusure, si sono tolte la vita. Ma sembra, tuttavia, strano che l’uomo si sia tolto la vita senza neppure lasciare un biglietto di addio alla moglie e alla famiglia. E, ad avvalorare la tesi della connessione tra la sparizione dell’uomo e gli usurai, si aggiunge il fatto che R.T risiede in una zona “dominata” del clan Contini, un gruppo criminale che, oltre alle estorsioni e ai traffici di droga, controlla anche il giro di usura.
R.T, purtroppo, fa parte delle 420mila persone che, dall’inizio del lockdown, hanno perso il lavoro. Stando ai dati Istat, da febbraio a dicembre, si è registrato un calo di 284mila lavoratori dipendenti e 136mila autonomi. E a pagare lo scotto più grande sono proprio i giovani: il tasso di disoccupazione giovanile ha, infatti, raggiunto il 30,3%. Molti si accodano alle Caritas in cerca di cibo e abiti ma altri – specie se con una famiglia sulle spalle – si sentono schiacciati sotto un peso troppo grande dove la vergogna si unisce alla paura per il futuro. Ed è qui che l’usura trova un terreno fertile. E, anche dopo la fine del semi-lockdown natalizio, dopo il 6 gennaio molte attività continueranno a subire pesanti limitazioni con chiusure orarie anticipate e chiusure durante i weekend.