Il Governo Conte sta pensando all’istituzione di un “passaporto sanitario”, documento in grado di attestare l’avvenuta vaccinazione contro il Coronavirus.
Per viaggiare, non appena gli spostamenti tra nazioni saranno riaperti completamente anche ai turisti, servirà un passaporto sanitario, un documento in grado di garantire l’avvenuta vaccinazione contro il Coronavirus della persona che – per fare un esempio – si sta imbarcando su un aereo diretto all’estero. Ad aprire a questa possibilità è stato il Governo Conte che ha dichiarato negli ultimi giorni di “non volersi opporre” alla creazione di tale certificazione. Una misura in grado di limitare soprattutto gli spostamenti a lungo raggio del virus che nella prima ondata è riuscito senza difficoltà ad arrivare dalla Cina all’Italia grazie alla sua altissima contagiosità. Se già alcune compagnie aeree si erano dette favorevoli alla proposta, a fare un passo avanti verso una simile eventualità è stata una delle compagnie low cost più famose in tutta Europa, Ryanair: la società irlandese ha già pubblicato un annuncio pubblicitario – molto ottimista – con cui invita i potenziali passeggeri a vaccinarsi per poter tornare a viaggiare: “Una punturina e prendi il volo”, si legge in uno dei banner pubblicitari della Ryanair che offre già prenotazioni per l’estate per passeggeri vaccinati. Oltre Ryanair, almeno dieci compagnie aeree si sono dette pronte ad accettare la misura.
Il passaporto sanitario sarà con tutta probabilità un requisito necessario per viaggiare, almeno per quelle nazioni che dovessero apprezzare l’idea ed adottarla. Ma è possibile che questa misura sia anche estesa alla riapertura di alcune attività: “È molto probabile che nel prossimo futuro per svolgere diversi tipi di attività sarà richiesto di comprovare l’avvenuta somministrazione del vaccino”, ha dichiarato il vice di Roberto Speranza, Pierpaolo Sileri, aprendo alla possibilità di adottare il documento anche in merito ad altri spostamenti o visite ad attività pubbliche. Da specificare il fatto che per il momento, nessun governo mondiale ha ancora adottato ufficialmente un provvedimento simile. Il rischio maggiore – spiegano gli esperti – è che si venga a creare una forte discriminazione tra paesi che sono già avanti con le vaccinazioni e altri stati più poveri che non hanno i mezzi per completare tale processo. L’Oms, per trovare una soluzione al problema, ha già pensato di adottare un documento digitale che non costituisca però una discriminante per viaggi e spostamenti, dopo aver proposto nei giorni scorsi anche l’ipotesi di una app per il cellulare: “Da questo documento al ‘passaporto sanitario’ c’è ancora molta strada da fare, ma è senz’altro uno sviluppo possibile”, precisa Sileri. Un altro ostacolo che tale provvedimento potrebbe incontrare è l’opposizione dei no vax, quella corrente di persone con scarsa fiducia nella scienza che ancora si oppongono all’idea di vaccinarsi – al punto che l’ipotesi di rendere il vaccino obbligatorio è stata già presa in considerazione dal Governo – che in alcuni casi sono addirittura medici: “penso francamente che chi, dopo anni di studio e di specializzazione in medicina e chirurgia e dopo aver visto tutto ciò che è accaduto in questi mesi, abbia ancora dei dubbi è meglio che cambi mestiere”, ha dichiarato Sileri, invitando gli italiani ad avere fiducia nella ricerca per uscire dall’incubo della pandemia mondiale.
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