Nuovo Dpcm, il Ministro Speranza vuole bar e ristoranti chiusi il prossimo weekend

Allo studio del Governo un Dpcm contenente nuove misure restrittive che potrebbero essere imposte al Paese dopo la scadenza del Decreto Natale, prevista per il 7 gennaio.

Nuovo Dpcm in arrivo e zona rossa nel weekend: "Mantenere rigore"
Roberto Speranza/Alberto Pizzoli, Getty Images

Le restrizioni imposte dal Governo per contrastare la diffusione del Coronavirus durante le festività natalizie non saranno le ultime. La notizia era nell’aria, ma da ieri piovono conferme sulla volontà dell’Esecutivo di mettere a punto nuove misure che dovrebbero contenere i contagi anche dopo il 7 gennaio, data per la quale è previsto il ritorno del sistema che ha diviso l’Italia in tre fasce di rischio negli ultimi mesi.

Il Decreto Natale scadrà alla mezzanotte del giorno dell’Epifania e, per velocizzare i tempi di entrata in vigore dei nuovi provvedimenti, il Ministro della Salute Roberto Speranza pensa ad un provvedimento-ponte che permetta all’Esecutivo di agire in tempi brevi in attesa di un nuovo Decreto. “La terza ondata arriverà e bisogna organizzarsi“, ha messo in guardia il Ministro, che al termine dell’incontro con i Governatori ha annunciato che nuove misure verranno adottate presto: “Valutiamo l’ipotesi per il prossimo fine settimana di applicare le misure da zona rossa per i festivi e prefestivi, con la salvaguardia dei Comuni più piccoli per gli spostamenti“, ha detto Speranza che ha aggiunto di pestare attenzione “all’Inghilterra, che ha superato i 60mila contagi al giorno e dobbiamo essere consapevoli del lavoro eccezionale che abbiamo fatto. Dobbiamo usare precauzioni serie perché quella variante ci preoccupa per la velocità di contagio“. Secondo quanto emerso per i Comuni sotto i 5mila abitanti sarebbero comunque possibili gli spostamenti entro i 30 chilometri, ad eccezione del capoluogo di provincia.

D’altra parte i dati non sono incoraggianti: la curva epidemiologica non scende più da giorni e ha preso la strada di una preoccupante risalita. L’indice Rt è tornato a crescere con inquietante regolarità. Per questo Governo e Comitato Tecnico Scientifico si sono convinti dell’opportunità di rivedere a ribasso i parametri che definiscono l’inserimento delle Regioni nelle diverse zone, con la soglia dell’indice di contagio che dovrebbe essere ridotta per stabilire lo stop a spostamenti e chiusura dei locali. Altra novità importante dovrebbe essere rappresentata dalla creazione di una quarta fascia di rischio, la zona bianca. Ma vediamo nel dettaglio quali sono le opzioni sulle quali l’Esecutivo ed il Cts stanno lavorando.

Stop agli spostamenti

Tra le misure allo studio del Governo c’è la proroga al divieto di spostamento tra Regioni, comprese quelle che dovrebbero rientrare nella zona gialla. Per imporre una misura del genere è necessario un decreto legge e l’Esecutivo ha deciso di aprire un confronto con i Presidenti di Regione prima di procedere al varo del testo. La linea viene ribadita, oltre che da Speranza, anche dal Ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia.

Amici e parenti

Con il prolungamento delle restrizioni si potrebbe decidere di mantenere attiva anche la deroga che permette di visitare amici o parenti presso le loro abitazioni private, sempre con il limite di due persone e di una sola visita al giorno – naturalmente senza eccedere gli orari imposti dal coprifuoco. La regola sarebbe prolungata in blocco, con la possibilità quindi di portare con sé figli minori di 14 anni e conviventi non autosufficienti senza che questi rientrino nel computo delle due persone.

Coprifuoco

Per quanto riguarda il coprifuoco, nonostante alcuni scienziati abbiano caldeggiato l’ipotesi di anticiparlo alle 20, il Governo pare orientato a mantenere le fasce orarie che ormai conosciamo: dalle 22 alle 5 del mattino seguente. La convinzione è che anticipare di due ore il rientro non comporterebbe grossi vantaggi dal punto di vista epidemiologico, a fronte invece di importanti disagi per la popolazione.

I nuovi parametri

Il timore che prima ancora di uscire davvero dalla seconda ondata l’Italia si ritrovi nel pieno della terza ha convinto i Governatori a chiedere all’Esecutivo di irrigidire gli indicatori che determinano il passaggio da una zona all’altra: probabile che si opti per l’ingresso delle Regioni in zona arancione in presenza di un Rt pari a 1 e in zona rossa con l’indice di contagio a 1,25 – mentre i limiti attuali sono rispettivamente di 1,25 e 1,50. La decisione in questo senso pare presa, con la conferma e l’approvazione giunta anche dal Cts.

La zona bianca

In questo quadro di chiusure e prolungamento delle restrizioni, è il capodelegazione PD Dario Franceschini – dopo un confronto con esperti e scienziati – a lanciare un’idea in controtendenza: quella della zona bianca: a tutti gli effetti una quarta fascia di rischio, nella quale entrerebbero le Regioni con i dati migliori. In queste aree, potrebbero riaprire cinema, teatri e musei, oltre che piscine e palestre. I bar ed i ristoranti vedrebbero cadere le restrizioni orarie che impongono ora, nella migliore delle ipotesi, la chiusura alle ore 18. Il tutto, naturalmente, a condizione del rispetto pieno delle regole di contenimento, con ingressi contingentati, distanziamento e mascherine obbligatorie per tutti. Il Ministro della Cultura definisce la zona bianca come un “ultimo gradino prima del ritorno alla normalità“.

Secondo il piano allo studio del Governo, quindi, 7 e 8 gennaio potrebbero essere gli unici giorni in cui gran parte del Paese rientri in zona gialla, anche per permettere la tanto annunciata – quanto contestata – riapertura delle scuole, con il ritorno alla didattica in presenza al 50%. Poi, l’8 gennaio, il ritorno del monitoraggio settimanale porterà il Ministro Speranza a firmare le ordinanza per assegnare ogni regione alla zona di rischio stabilita in base ai parametri.

 

 

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