Regole anti Covid: cosa ci aspetta a partire dal 7 gennaio

Il 2021 tutta Italia si è svegliata in zona rossa. Ma dal 7 gennaio le carte in tavola cambieranno ancora. Ecco cosa dovremo aspettarci.

covid_regole_7_gennaio 02.01.2021 Leggilo.org
Roberto Speranza/Facebook

La tradizione vuole che il 31 dicembre ognuno indossi qualcosa di rosso come buon auspicio per l’anno che verrà. Chi vive in Italia, tanto la notte del 31 dicembre 2020 quanto la mattina dell’1 gennaio 2021, ha concluso un anno e inagurato un altro completamente in “rosso”. Infatti dal 31 dicembre 2020 fino al 3 gennaio 2021 – e poi ancora il 5-6 gennaio – tutto il Paese è stato collocato in fascia rossa. Ora ci sono due giorni “clou” in cui le regole cambieranno nuovamente: il 7 e il 15 gennaio. Infatti il 6 gennaio è l’ultimo giorno in cui avrà validità il Dpcm Natale varato dal Premier Giuseppe Conte il 20 dicembre 2020. Mentre il 15 gennaio scadrà il Dpcm che imponeva limitazioni alle attività ristorative.

Cosa attenderci dunque? Riprenderemo a vivere “normalmente” – seppur con cautele decisamente maggiori – o la normalità è ancora un miraggio?Nella conferenza stampa di fine anno il Presidente del Consiglio ha già anticipato che lo Stato di Emergenza verrà prorogatofinché sarà necessario“, non indicando, dunque, una data certa di fine. E per tutto il resto, cosa cambierà nella nostra quotidianità? Di sicuro verrà rinnovato l’obbligo d’indossare la mascherina anche all’aperto così come di mantenere la distanza di almeno un metro. Prorogato anche il coprifuoco dalle ore 22 fino alle 5 del mattino e il divieto di assembramenti. Rinnovata anche per il sindaci la facoltà di chiudere strade o piazze. A partire da giovedì 7 gennaio riapriranno i negozi ma si torna all’orario di chiusura classico: tra le 19,30 e le 20. Non è invece prevista, per il momento, la riapertura dei centri commerciali nei giorni festivi e prefestivi.

Brutte notizie per bar e ristoranti. Potranno sì riaprire ma saranno costretti ancora a chiudere alle ore 18 per il servizio al tavolo mentre potranno continuare con l’asporto fino alle 22. Continueranno, pertanto, a perdere gli introiti di cene e aperitivi. Permane l’obbligo di sedere al massimo in quattro al medesimo tavolo e d’indossare la mascherina quando ci si allontana dal proprio posto. I ristoratori sono la categoria più penalizzata da questa emergenza sanitaria che impone restrizioni e chiusure. Persino un grande nome come lo chef Gianfranco Vissani non se la sta passando affatto bene e ha già manifestato la sua intenzione di fare causa al Governo.

Altra spina nel fianco: le scuole. Dal 7 gennaio si ritornerà alle lezioni in presenza anche per le scuole superiori ma limitatamente al 50%. Come del 50% resta la capienza massima consentita su autobus e metropolitane. Non si prevede di aumentare i posti dopo il 15 gennaio poiché – con la riapertura di scuole, negozi e uffici – si punta a non incentivare l’affollamento dei mezzi.

Restano, per il momento, fermi gli sport di contatto. Rinviata anche la riapertura delle piste da scii che, inizialmente, era prevista per il 7 gennaio. Per quanto riguarda, invece, le palestre e le piscine, il Ministero dello Sport e il Comitato tecnico scientifico, stanno ancora valutando se consentire la riapertura dopo il 15 gennaio seppur con regole che garantiscano soltanto le lezioni individuali.

Infine, tutto il circuito del settore spettacolo e cultura, dovrà attendere almeno fino al 15 gennaio. Il Governo sta ancora valutando ma sembra improbabile che, per quella data, cinema e teatri possano riprendere a lavorare. Forse l’unico settore che potrebbe ottenere il via libera è quello dei musei e delle mostre ma sempre con ingressi contingentati.

Gestione cookie