Dalle ore 23 la Gran Bretagna con la Brexit non farà più parte dell’Unione Europea. Ecco come non farsi trovare impreparati da questo evento.
Questa notte, l’ultima notte dell’anno, dalle ore 23.00 entrerà ufficialmente in vigore il provvedimento noto come Brexit con cui la Gran Bretagna si stacca dall’Unione Europea, di cui fanno parte importanti partner commerciali del paese come Italia, Francia e Germania. Il premier Boris Johnson ha ufficialmente ratificato il documento, in conformità con la decisione popolare dei tanti inglesi che hanno votato in occasione del sondaggio. Al di là dei numerosi cambiamenti che caratterizzeranno la vita lavorativa e non dei cittadini dell’isola, l’uscita dall’UE del paese significa che anche i cittadini italiani – come tutti quelli dell’Unione del resto – dovranno adesso attrezzarsi per non farsi trovare impreparati dai nuovi precetti da rispettare per visitare o addirittura per trasferirsi nella nazione, meta favorita di tanti migranti europei. Il primo e più intuitivo cambiamento portato dalla Brexit sarà la necessità per chi si sposta da Italia ad Inghilterra di esibire un passaporto – senza il visto – per poter rimanere nel paese per un periodo non superiore ai 3 mesi di tempo. Se la persona che visita la Gran Bretagna intende però rimanere per un periodo superiore sul suolo britannico per ragioni come lavoro o studio, sarà necessario aver ottenuto prima un visto che spieghi la motivazione della visita. La Gran Bretagna tuttavia coglie l’occasione della Brexit per rafforzare la sua politica di limitazione degli ingressi nel paese che adesso interessa anche l’UE: infatti, per trasferirsi nel territorio britannico bisognerà accedere ad una graduatoria a punti che tiene conto del contratto di lavoro ottenuto in Inghilterra – che deve garantire almeno un salario di 28.000 euro o 25.600 sterline – della padronanza della lingua, certificata naturalmente da un attestato, e di altre eventuali specializzazioni lavorative. Per i 4 milioni di europei – 700.000 sono italiani – che sono già nel paese e che intendono rimanerci, è necessario iscriversi entro giugno 2021 al cosiddetto “Eu Settlement Scheme”, un registro che garantisce il mantenimento dei diritti precedenti alla Brexit.
Brutte notizie in arrivo invece per gli studenti che non sono riusciti ad entrare in uno dei prestigiosi campus britannici come quello di Oxford prima che il documento relativo all’uscita dall’Euro venisse firmato dal Premier Boris Johnson: infatti, la Gran Bretagna ha deciso di abbandonare il programma di scambio culturale Erasmus, giudicato “costoso”. In futuro, si pensa all’istituzione di un nuovo, differente programma per gli studenti, intitolato al matematico britannico Alan Turing – una delle menti dietro la decodifica del codice tedesco Enigma – che includerà questa volta anche studenti statunitensi. Qualsiasi studente europeo che intendesse iscriversi ad un college britannico sarà considerato extra comunitario e pertanto dovrà sborsare una retta annuale pari a 30.000 euro a partire dal 2021. Per finire, anche telefonare a casa potrebbe diventare difficoltoso per chi dall’Europa si sposta nel Regno Unito: se fintanto che il paese è rimasto nell’Unione i piani tariffari europei sono stati considerati dalle compagnie telefoniche validi anche oltre Manica infatti, a partire da stanotte in occasione della Brexit gli operatori in Italia rivedranno le tariffe e la gestione del roaming dati, costringendo gli utenti a stipulare nuovi contratti. L’uscita dall’Europa da parte del Regno Unito risale al 2017: il paese ha tuttavia speso tre anni per negoziare con l’Unione Europea ed arrivare ad accordi economici e socio-politici giudicati soddisfacenti da entrambe le parti.