Le restrizioni non termineranno con l’Epifania. Dopo le feste una brutta sorpresa attende diverse Regioni.
I dati del Ministero della Salute in merito alla situazione di oggi ci informano che i casi totali – attualmente positivi, morti e guariti – salgono di 11.212 unità che portano il totale a 2.067.487. Nelle ultime ventiquattro ore 659 morti che fanno salire le vittime a 73.029 e 17.044 guariti che portano il totale a 1.425.730. Da ieri 128.740 tamponi.
I casi attualmente positivi sono 568.728, -6493 rispetto a ieri. I ricoverati scendono a 23.662, – 270 mentre nelle terapie intensive 2549 pazienti, -16 rispetto a ieri.
Un vecchio proverbio recitava “L’Epifania tutte le feste porta via“. E speravamo che questa volta, oltre alle feste, la cara Befana si sarebbe portata via anche tutte le restrizioni. Infatti, dopo l’alternanza di giorni in fascia rossa e giorni in fascia arancione prevista dal 24 dicembre 2020 al 6 gennaio 2021, si pensava che saremmo tornati tutti in fascia gialla a partire dal 7 gennaio. Fascia gialla che significa, per bar e ristoranti, la possibilità di tornare a lavorare. Ma non sarà così. Non per tutti almeno. Infatti in alcune Regioni la situazione sembra essere additrittura peggiorata nonostante le chiusure. Pertanto il Governo ha deciso che il 7 gennaio alcuni territori che fino al 23 dicembre 2020 erano collocati in fascia gialla, si coloreranno di arancione.
In pratica dal 7 gennaio tornerà il sistema dei tre colori per classificare le Regioni. Secondo l’ultimo rapporto dell’Istituto Superiore della Sanità, sono 2 le Regioni ad alto rischio che rischiano il “cartellino rosso”: Umbria e Veneto. Mentre sono considerate a rischio moderato e, quindi, potrebbero diventare arancioni: Liguria, Marche, Puglia, Emilia-Romagna, Molise, Provincia Autonoma di Trento e Valle d’Aosta le quali, comunque, hanno un indice di contagio Rt ancora troppo elevato secondo gli esperti. In questa seconda ondata la Regione che – pur essendo sempre rimasta in fascia gialla – preoccupa maggiormente è il Veneto di Luca Zaia che presenta il più alto numero di contagi. A tal proposito il governatore leghista è intervenuto per chiarire la situazione. Intervistato da Fanpage, Zaia ha spiegato: “Nella prima fase della pandemia facevamo 2mila test al giorno oggi ne facciamo 60mila. Il Veneto è la Regione che trova più positivi perché li va a cercare“. E l’esponente del Carroccio lamenta un sistema di calcolo che, a suo dire, di obiettivo ha ben poco: “Giocare con i numeri non è una bella cosa. Noi abbiamo avuto giornate con circa 60mila tamponi fatti tra rapidi e molecolari, e i contagiati erano 3mila, quindi il 5%. Nello stesso momento una Regione che aveva trovato 40 positivi su 400 tamponi veniva osannata: significa il 10%, il doppio”.
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