In un momento di crisi economica, arriva l’aumento delle bollette di gas ed elettricità. Ma c’è chi pensa sia un segnale positivo per la ripresa del paese.
Come di consueto, a fine anno, arriva la revisione – in questo caso con tanto di aumento – delle tariffe di bollette come quella del gas e dell’elettricità. Il 2020 è stato un anno che definire “disastroso” sembra riduttivo per quanto riguarda la situazione economica di tanti italiani: eppure, sembra proprio che i pagamenti da effettuare per servizi fondamentali come questi saranno più onerosi. Infatti, l’aumento delle bollette riguarda l’elettricità – che in media costerà il 4,5% in più – e il gas che sale invece del 5,3%. La promessa del Governo Conte di non lasciare nessuno indietro sembrerebbe quasi paradossale di fronte a misure simili: “Siamo consapevoli che tanti italiani soffrono”, aveva detto il premier a marzo, in occasione del primo lockdown. Secondo alcuni cronisti tuttavia, questo aumento si potrebbe anche leggere sotto una lente positiva: infatti, se il prezzo delle bollette sale è in vista di una ripresa economica che in una prima fase vede l’aumento dei prezzi delle materie prime, come il petrolio.
L’Arera, società incaricata di regolare tali tariffe, ricorda che l’aumento delle bollette è proporzionato al costo delle materie prime: il prezzo unico in media dell’energia è infatti salito del 15% negli ultimi tre mesi del 2020 mentre per il 2021, si prevede addirittura un aumento del 23% per quanto riguarda l’aumento del prezzo dei gasi naturali. Un aumento che rimane comunque inferiore a quello del 2019: sempre l’Arera calcola che una famiglia tipo italiana spenderà 488 euro in tutto l’anno per l’energia, meno dei 12 mesi dell’anno appena trascorso. Il risparmio sarà di 55 euro. Sul gas, ci sarà il risparmio di 91 euro rispetto ai 950 dell’anno trascorso. Se però si considera il fatto che negli ultimi mesi del 2020 grazie alla “pace fiscale” tali spese per gli italiani sono state temporaneamente azzerate, i dati cambiano radicalmente, soprattutto considerando che la richiesta di energia – a causa soprattutto della chiusura di tante attività – è scesa in media del 18%. “La variazione di questo trimestre ci restituisce una dinamica sostanzialmente in linea con gli andamenti stagionali e con valori delle materie prime non dissimili da quelli dello scorso anno”, spiega Stefano Besseghini, presidente dell’Arera, considerando la situazione tutto sommato sostenibile ed augurandosi che quest’anno sia più felice per il nostro paese.