Da oggi scatta in tutta Italia la zona rossa voluta dal Governo per limitare comportamenti potenzialmente pericolosi durante le feste di Natale. Luciana Lamorgese, Ministro dell’Interno, assicura che i controlli delle forze dell’ordine saranno rigorosi ma, al tempo stesso, equilibrati.
Due settimane di restrizioni e di controlli serrati, per vigilare sul rispetto delle misure volute dal Governo e per limitare al minimo la diffusione del virus. E’ questo il piano del Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, impegnata in prima persona a guidare i controlli che le forze dell’ordine effettueranno a partire da oggi, primo giorno della zona rossa natalizia. All’interno dell’Esecutivo c’è la consapevolezza che, se i contagi dovessero continuare a salire, imporre nuove restrizioni anche a gennaio sarebbe inevitabile. Per questo, l’obiettivo è limitare il più possibile il desiderio di socializzazione che caratterizza le feste di Natale.
Intervistata dal Messaggero, la titolare del Viminale – garantendo il massimo impegno da parte delle Forze dell’ordine – torna anche ad appellarsi al “senso di responsabilità” che deve caratterizzare il comportamento di tutti, “per evitare che anche in queste feste di Natale si ripetano quei comportamenti disinvolti che si sono verificati la scorsa estate“, diventata oramai uno spauracchio – oltre che un punto di riferimento in negativo – per il Governo. Eppure gli appelli alla responsabilità sembrano oggi sortire meno effetti rispetto ai primi mesi della pandemia, quando il comportamento di gran parte degli italiani era stato ineccepibile. “Dobbiamo ricordarci che siamo all’apice di una pandemia, e con un nuovo ceppo in circolazione, e per questo è prevedibile che per alcuni mesi ancora non sarà possibile abbassare la guardia” raccomanda il Ministro.
Per quanto riguarda ciò che accade all’interno delle case il Governo insiste nel raccomandare fortemente, anche in casa “l’uso della mascherina quando non si mangia ed il distanziamento a tavola“, indispensabili per “tutelare gli anziani e i più deboli“. Per farlo, spiega Lamorgese, “soltanto il senso di reponsabilità e l’autocontrollo potranno evitare l’esplosione dei contagi dopo le feste di Natale“. Per le strade, invece, saranno moltissimi gli agenti inviati a vigilare sul comportamento degli italiani, “secondo un piano di rafforzamento delle misure per la vigilanza sul territorio“.
Giorni fa era stata proprio la responsabile dell’Interno a spiegare che saranno oltre 70 mila gli agenti dispiegati per verificare che le misure restrittive siano rispettate. Controlli che, garantisce Lamorgese, saranno rigorosi ma al tempo stesso equilibrati: “Anche con il lockdown della scorsa primavera, le forze di polizia hanno agito con umanità ed equilibrio, cercando sempre di mettersi nei panni del cittadino“. Un’attenzione che, chiarisce il Ministro, nulla ha a che fare con “cedimenti davanti a violazioni e comportamenti scorretti“, soprattutto perché simili circostanze metterebbero a rischio “non solo la propria salute ma anche quella degli altri. E’ uno sforzo enorme che è stato intensificato in queste feste“.
Inevitabile che le situazioni più a rischio siano quelle delle grandi città – Roma, Milano e Napoli su tutte – per le quali si stanno mettendo a punto dei piani che garantiscano la possibilità di “presidiare i principali nodi di scambio e gli ingressi delle linee metropolitane per scongiurare gli assembramenti nelle ore di punta“. La raccomandazione del ministro riguarda soprattutto i giovani. Gli assembramenti saranno duramente contrastati, avvisa: “Verrà esercitato il massimo rigore, anche se ritengo indispensabile una adeguata azione di prevenzione da parte delle famiglie“.
Negli ultimi dieci mesi, con la pandemia intervenuta a sconvolgere abitudini, stili di vita e priorità, l’attenzione di tutti è stata concentrata quasi esclusivamente sul virus. Eppure, per il Ministro dell’Interno, i dossier da seguire con attenzione sono numerosi. La minaccia del terrorismo internazionale, ad esempio, continua ad essere alta in tutta Europa, come dimostrato nei mesi scorsi dai fatti di Vienna e di Nizza. Per questo, prosegue il Ministro, questo la polizia di prevenzione continua a lavorare quotidianamente al fine di individuare soggetti potenzialmente pericolosi: “sono 518 le espulsioni eseguite dal 2015 a oggi per motivi legati alla sicurezza nazionale: di queste 98 sono state effettuate nel 2019 e 57 nel 2020, tenendo conto della sospensione imposta durante il periodo di lockdown“, conclude la titolare del Viminale.