La variante inglese del Coronavirus ha già messo in allerta il nostro Paese. Gli esperti cercano di rassicurare ma ammettono che dovremo abituarci a mascherina e distanziamento sociale almeno per un altro anno.
I dati del Ministero della Salute in merito alla situazione di oggi ci informano che i casi totali – attualmente positivi, morti e guariti – salgono di 10.872 unità che portano il totale a 1.964.054. Nelle ultime ventiquattro ore 415 morti che portano il totale delle vittime a 9.214 e 19.632 guariti che fanno salire il totale a 1.281.258. Da ieri 87.889 tamponi.
I casi attualmente positivi sono 613.582, -9178 rispetto a ieri. I ricoverati scendono a 25.145, – 13 mentre gli assistiti in terapia intensiva sono 2731, -12 rispetto a ieri.
Coronavirus e variante inglese: c’è da temere?
Se il Coronavirus già ha messo in ginocchio l’Italia – sotto il profilo economico non meno che sotto quello sanitario – il 2020 si chiude “in bellezza” con una variante del virus che arriva dall’Inghilterra. Proprio ora che la curva epidemiologica aveva invertito trend, i casi iniziavano a scendere e gli ospedali tornavano – lentamente – a respirare questa mutazione rischia di farci rivivere l’incubo dei mesi scorsi. E, oltreché per la salute dei cittadini, il Governo ora è preoccupato per la situazione degli ospedali che potrebbero tornare a riempirsi nel giro di poco. Tuttavia, tra gli esperti, c’è chi cerca di rassicurare: si tratta dell’epidemiologo Massimo Ciccozzi, responsabile dell’Unità di Statistica medica ed Epidemiologia della Facoltà di Medicina e Chirurgia dellUniversità Campus Bio-Medico di Roma. Il medico – intervistato da Il Sole24Ore – ha spiegato che questa non è la prima mutazione del Coronavirus: “Non dobbiamo avere paura delle mutazioni. È attraverso le mutazioni che si favorisce l’adattamento del virus all’uomo. E questa che arriva dalla Gran Bretagna non è la prima. In Italia circolano almeno 13 varianti del virus che non sono però coinvolte né nella letalità né nella contagiosità e neppure nell’efficacia vaccinale“.
Il fatto che il virus muti, tuttavia, rischia di mettere in dubbio l’effettiva utilità del vaccino. Già giorni fa il virologo americano Rober Gallo aveva sostenuto che l’immunità data dal vaccino anti Covid potrebbe non durare e, pertanto, il farmaco potrebbe rivelarsi non così utile come si spera. Ora con una nuova variante si teme che il Covid possa comportarsi come l’influenza e che, pertanto, ogni anno sia necessario un vaccino nuovo. Tuttavia il vaccino anti Covid ha comportato una spesa ben maggiore rispetto a quello antinfluenzale. Quale Paese potrebbe sostenere tale spesa ogni anno? Ma anche su questo fronte il dottor Ciccozzi è ottimista: “Nel Coronavirus le mutazioni sono assai più lente rispetto ai virus influenzali perché il genoma è molto più grande. Anche se la mutazione interviene sul genoma, sulla proteina Spike, non agisce sulla superficie e quindi non inficia l’efficacia vaccinale”. Tuttavia, nonostante l’atteggiamento positivo e fiducioso, anche Ciccozzi su un aspetto non dà speranza: dovremo abituarci, almeno per un altro anno ancora, alle misure di precauzione: “Distanza e mascherine ancora per un anno”.
Quindi nemmeno il vaccino ci libererà una volta e per tutte da questa tremenda infezione virale che, in pochi mesi, ha sconvolto le nostre vite. Già qualche settimana fa, l’epidemiologo, spiegava infatti che il farmaco che arriverà in Italia a gennaio, molto probabilmente, agirà sui sintomi del Covid ma non bloccherà in toto l’infezione. Pertanto anche dopo essersi vaccinate le persone potrebbero continuare ad infettarsi e a contagiare. In occasione dell’incontro Covid -19, dall’epidemiologia al vaccino‘, che ha riunito importanti personalità del mondo scientifico, Ciccozzi ha dichiarato: “Il vaccino ci darà una grossa mano, ma noi sappiamo che il vaccino agirà sui sintomi della malattia ma non sulla infettività”