La riapertura delle scuole avverrà come da programma alla fine delle feste natalizie. Il Governo e le Regioni studiano misure preventive per i contagi.
Tra gli esperti che lavorano con il Governo Conte ci sono pareri discordanti, c’è chi dice che la pandemia sembra sotto controllo, chi prevede una terza ondata. Una cosa è certa: la riapertura delle scuole il 7 gennaio rimane la priorità assoluta del premier Giuseppe Conte e del Ministro dell’istruzione Lucia Azzolina che assicurano: “Garantiamo il massimo impegno per raggiungere questo risultato il prima possibile”, riferendosi proprio al ritorno in aula previsto dopo le ferie. Risulta evidente la necessità di ripensare un rientro in aula che potrebbe diventare molto pericoloso e scatenare ancora più contagi: per questo motivo, le misure adottate per la prossima riapertura delle scuole terranno conto dei problemi incontrati durante la seconda ondata. Ed ecco dunque che il Tpl viene incaricato di programmare un potenziamento dei mezzi pubblici – uno dei focolai più gravi di nuovi contagi secondo molti esperti – mentre Governo e regioni daranno il via a test a tappeto per tutto il personale docente e Ata e per gli studenti. Le misure di distanziamento in classe, a volte incredibilmente rigide, rimarranno in vigore ma c’è chi propone di diminuire semplicemente il flusso di studenti in aula. Per organizzare lo screening a tappeto sulla popolazione studentesca – compito che spetterà soprattutto ai presidenti delle regioni – si valuta l’intervento dell’esercito che dovrebbe mettere a disposizione un gran numero di effettivi per questa campagna di test.
La regione Lombardia, presieduta da Attilio Fontana, sarebbe pronta a proporre al Governo di ridurre ulteriormente il numero di studenti degli istituti primari in classe dal 75% al 50%. Inoltre, sempre dalla regione del Nord Italia, arriva la proposta di scaglionare entrate ed uscite da scuola per evitare i tanto temuti assembramenti di genitori e bambini di fronte alle strutture didattiche. Nella bozza del documento, Conte ha voluto mettere in chiaro che non si dovranno più manifestare situazioni confusionarie in cui una regione chiude autonomamente le scuole senza seguire le norme governative, specificando che le misure saranno stabilite inevitabilmente “Dai dicasteri di competenza”. Un’altra ipotesi al vaglio è la revisione delle procedure da adottare qualora in una classe si registrasse un alunno positivo al Covid e la possibilità di istituire turni pomeridiani per ridurre il numero di persone presenti in contemporanea negli edifici scolastici. In fase di valutazione anche la proposta del Ministro Azzolina di estendere per tutto il mese di giugno il calendario scolastico per tutto giugno, per rimediare ai ritardi nella riapertura dovuti al Covid.
Alcuni medici rimangono scettici: “La situazione rischia di peggiorare a ridosso dell’apertura. Questo non è il solo problema. Se in queste due settimane aumentassero davvero i contagi, anche la campagna vaccinale potrebbe diventare più problematica“, dice il virologo Fabrizio Pregliasco ad Open quando gli viene domandato quanto la riapertura delle scuole sia pericolosa. Nonostante la situazione sia tutt’altro che positiva, il Governo è convinto che questa grave crisi sia un’occasione per ripensare completamente il sistema educativo del paese: sarà il tempo e soprattutto l’indice RT a dare il suo responso in merito.