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Cronaca

Dpcm Natale: “Consigliabile mangiare in stanze separate e non più di due portate”

Esperti – e non solo – intervengono sul Dpcm di Natale per fornire ulteriori consigli in modo da scongiurare al massimo il rischio di contagiare o congiarsi.

Getty Images/ Filippo Monteforte

Alla fine il tanto atteso Dpcm Natale è arrivato nella serata di venerdì 18 dicembre, comunicato dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte in una diretta intorno alle ore 21. L’ala rigorista – capeggiata dai ministri Roberto Speranza e Francesco Boccia, rispettivamente dei dicasteri Salute e Affari regionali – ha ceduto a quella più soft di cui si è fatto fin da subito promotore lo stesso premier. Niente lockdown senza sosta dal 24 dicembre al 6 gennaio, dunque ma chiusure intervallate. Pertanto l’Italia sarà tutto zona rossa dal 24 al 27 dicembre, dal 31 dicembre al 3 gennaio e poi ancora il 5 e 6 gennaio. Nei giorni di mezzo sarà zona arancione. Nelle giornate “rosse” si dovrà restare a casa esattamente come durante il lockdown della scorsa primavera. Sarà consentito uscire solo per esigenze di salute, lavoro  per fare la spesa. Tuttavia sarà sempre permesso fare rientro presso la propria residenza, domicilio o abitazione.  Saranno feste connotate da  limitazioni. Infatti, come già era stato anticipato, sia la per il cenone della Vigilia sia per il pranzo di Natale sarà possibile ricevere non più di due congiunti non conviventi. Anche se, da tale conteggio, vanno esclusi i bambini e i ragazzini di età inferiore ai 14 anni.

Ma, secondo alcuni, rispettare i divieti non è ancora abbastanza per scongiurare il rischio di contagiare e contagiarsi. La dottoressa Sara Gandini dello Ieo – Istituto europeo di Oncologia – di Milano, ha puntualizzato: “Credere che la mascherina basti a salvaguardarci è una falsa sicurezza. E’ utile ma solo se unita ad altre misure, in primis il mantenimento delle distanze fisiche“. Tuttavia, durante le feste, per quanto il numero di commensali sia ridotto, mantenere la distanza di almeno un metro diventa difficile, specialmente a tavola. “La mascherina va tolta solo quando si beve o si mangia, poi va indossata. Ma a tavola senza mascherina, un metro di distanza non è sufficiente. Arieggiare spesso è indispensable ma siamo in inverno e il rischio è che ci venga la polmonite”  Ecco allora che l’esperta suggerisce di cenare o pranzare non solo a un metro di distanza ma proprio in stanze diverse della casa. Gandini consiglia di separare le persone per stanze, sistemando i tavolini – suddivisi per coppie o nuclei familiari – in stanze comunicanti. E non è abbastanza nemmeno sottoporsi al tampone prima di incontare i parenti , specialmente quelli più anziani, secondo la dottoressa. Infatti – specifica – i tamponi molecolari sono affidabili ma hanno tempi lunghi mentre i test rapidi sono meno affidabili. Inoltre anche se un tampone dà esito negativo, il virus potrebbe ancora essere in fase di incubazione e, pertanto, un soggetto potrebbe ugualmente contagiarne altri.

I consigli di Benedetta Parodi

E dopo i medici e i politici intervengono anche i personaggi televisivi a fornire – o meglio: sfornare – consigli. Se il Premier Conte ci dice cosa possiamo fare e la dottoressa Gandici mette inguardia sulle distanze da mantenere, la conduttrice televisiva Benedetta Parodi ci indica addirittura il menù per ridurre il rischio di contagi. La presentatrice di Bake Off Italia consiglia di evitare menù lunghi dall’antipasto al dolce in quanto comporterebbero una permanenza maggiore al tavolo e, quindi, maggiori rischi: “Meglio menù da due portate al massimo e che a servire sia solo la padrona di casa per evitare che in troppi tocchino i piatti”. Niente pane in mezzo alla tavola ma porzioni singole, stoviglie e posate usa e getta –con buona pace dell’ ecosostenibilità su cui pure il Governo sta investendo parecchio –  e invece di baci e abbracci quest’anno bigliettini scritti dai più piccoli da posizionare accanto ad ogni postazione.

Se non esperta di medicina, certamente Benedetta Parodi lo è in materia culinaria e non si esime nemmeno dal suggerirci cosa mettere dentro i piatti monouso: “E’ un Natale diverso, ci dobbiamo adattare. Ma il vantaggio di essere in pochi è che si possono cucinare piatti più costosi tipo risotti di mare e poi fritti perché il fritto, essendo tuffato nell’olio bollente, è molto sanificato”. Regole che valgono per tutte le occasioni mangerecce: dal cenone della Vigilia – che poi tanto cenone non sarà se dovremo limitarci a due portate – a quello di Capodanno. In particolare il primo giorno del nuovo anno, cèe un ingrediente a cui, secondo la Parodi, non possiamo proprio rinunciare: le lenticchie. “Portano fortuna e mai come ora ne abbiamo bisogno”.

 

Pubblicato da
Samanta Airoldi

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