Mentre l’impianto generale delle nuove norme per Natale sembra deciso, rimangono divisioni tra i membri del Governo sulla possibilità di introdurre una deroga che permetta di ricevere, nei giorni contrassegnati dalla zona rossa nazionale, un massimo di due invitati. Contrario il Ministro Boccia: “Dovremo festeggiare ognuno a casa propria”.
Il tempo è finito: oggi, inderogabilmente, il Governo dovrà rendere note le nuove regole in vigore per limitare i contagi in vista del Natale. E nonostante l’ossatura fondamentale del nuovo pacchetto di misure sia ormai nota – con otto giorni di zona rossa imposti a cavallo di Natale e Capodanno e intervallati da giornate in cui ogni Regione tornerà a sottostare alle regole derivanti dalla zona di rischio in cui è inserita – all’interno dell’Esecutivo non mancano le polemiche e le differenze di vedute.
Particolarmente accesa la questione relativa alle eventuali deroghe concesse per fare visita, nei giorni di zona rossa, ai propri cari. Il Premier Giuseppe Conte, infatti, spinge affinché venga concesso di ricevere a casa un massimo di due persone al di fuori del nucleo dei conviventi. Tanto che sarebbe già stata messa a punto la formula da inserire nel nuovo decreto: “Lo spostamento verso le abitazioni private è consentito nei limiti di due persone per ciascuna di esse, ulteriori a quelle ivi già conviventi“, si legge in una bozza del testo. Eppure non sono pochi, tra le file della Maggioranza, a mostrare un certo malcontento per l’ipotesi tanto caldeggiata dal Premier: su tutti, l’ala rigorista rappresentata dal Ministro della Salute Roberto Speranza, dal capodelegazione Pd Dario Franceschini – raccontato da alcune voci come particolarmente nervoso, in questi ultimi giorni, proprio per via delle resisitenze di Conte al varo di misure drastiche – e del responsabile degli Affari Regionali Francesco Boccia, convinto del fatto che “più restrizioni ci sono, meglio è” e pronto a ribadire che “dovremo passare il Natale ognuno a casa propria: se qualcuno ipotizza feste, cenoni, assembramenti sbaglia di grosso“.
Non è un mistero che il trio di Ministri avrebbe preferito regole più dure ed uniformi: un’unica grande zona rossa per tutto il periodo delle feste, dal 24 dicembre al 6 gennaio. Soluzione che però, oltre ai dubbi di Conte legati anche alla tenuta sociale ed alla possibilità di garantire adeguati ristori, ha incontrato la contrarietà di Italia Viva, già protagonista di una battaglia parallela che si gioca sul campo della verifica di Governo. “Natale è più rischioso di Ferragosto“, insisteva ancora ieri Boccia nel confronto con i Presidenti di Regione, sottolineando la necessità di “tutelare i più fragili, gli anziani“. A preoccupare il Ministro sono i dati, visto che, come dichiarato a Sky Tg 24 dallo stesso Boccia, “oggi l’Rt è più alto di quando l’Italia uscì dal lockdown a maggio” e, soprattutto, davanti a noi ci sono ancora i mesi invernali, certamente più difficili da governare – per quel che riguarda i contagi – rispetto a quelli estivi. Per questo il responsabile degli Affari Regionali insiste sulla linea del rigore, pur sapendo che ormai le limitazioni – che avrebbe voluto far valere addirittura già da questo fine settimana – entreranno in vigore solo dalla vigilia di Natale e solo per gli otto giorni più a rischio. L’ultimo dossier aperto rimane quello relativo alla deroga per i due invitati, sulla quale il Consiglio dei Ministri che dovrebbe tenersi oggi dovrà necessariamente trovare una quadra definitiva.
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