Il Ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia interviene ancora per parlare del Natale che ci attende. Le sue posizioni sono tra le più rigorose all’interno dell’Esecutivo.
I dubbi sul Natale che ci attende sono ancora tanti. La priorità è certamente tutelare la salute soprattutto dei soggetti più esposti. ma sono in tanti, a dieci giorni dalla festa della famiglia per eccellenza, che ancora si chiedono se potranno fare visita ai propri genitori che vivono in un altro comune. Il Premier Giuseppe Conte sembrava propenso ad allentare le restrizioni previste dal Dpcm di dicembre e permettere di ricongiungersi anche ai partner che vivono in due comuni diversi. ma le immagini delle vie dello shopping e dei negozi presi d’assalto in molte città, nel primo giorno d’ingresso in fascia gialla, stanno inducendo il Governo verso la strada di una maggiore stretta. Stretta che potrebbe arrivare proprio nei giorni di festa. Si pensa infatti ad un Lockdown proprio nei giorni tra Natale e Capodanno esemplato sul modello tedesco.
Ed è proprio dalla Germania che arrivano insinuazioni sulla capacità dell’Italia di gestire la pandemia. C’è chi sostiene che l’Italia non stia mettendo in campo misure sufficienti. E a questa accusa ha risposto una delle voci appartenenti all’ala più rigorista dell’Esecutivo: il Ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Francesco Boccia. Intervistato all’Aria che Tira su La7, il ministro Dem ha spiegato: “Le misure sono sempre state adattate alla situazione del Paese. Io rivendico ogni stretta fatta. Lo dicono i dati quando le misure sono sufficienti o quando le misure non sono sufficienti. In questo momento la curva tedesca non scende più mentre la curva italiana scende”. Tuttavia anche se i casi positivi scendono, la curva dei decessi non segue lo stesso trend purtroppo: i numeri dei decessi giornalieri continuano a far preoccupare. Ci sono algoritmi che prevedono che lItalia a gennaio conterà 80mila morti che saliranno a 100mila a marzo. Sotto questo aspetto, Boccia precisa: “Questi numeri devono farci sentire ogni giorno in lutto nazionale. Quando sarà finita questa tragedia saranno milioni le persone che non ci saranno più nel mondo. Per questo siamo contrarissimi ad aprire tutta la provincia sotto Natale come chiedeva la Destra”. Puntualizza anche che, a suo avviso, le polemiche sulla chiusura tra i comuni per i giorni di festa sono puramente strumentali.
Boccia è stato uno dei più duri ad esprimersi contro gli assembramenti delle persone che domenica hanno affollato i negozi. In una recente intervista al Corriere della Sera aveva già rimarcato il dovere morale di sentirsi in lutto per le vittime di Covid: “Le foto degli assembramenti mostrano atteggiamenti irresponsabili. Basta entrare in un ospedale per comprendere la situazione del Paese. Dovremmo sentire ogni giorno dentro di noi il lutto nazionale”. Parere del tutto opposto è stato, invece, quello espresso dal Presidente di Confindustria di Matera, Domenico Guzzini, il quale ha giustificato – poi ritrattando – l’insofferenza delle persone verso questa situazione e arrivando persino ad affermare: “Se muore qualcuno, pazienza”.
Ai microfoni de La7, Boccia ha concluso soffermandosi sui vaccini. Spiega che la campagna vaccinale che partirà a gennaio coinvolgerà, in un primo tempo, operatori sanitari e anziani dentro le Rsa per poi procedere al resto della popolazione. Le tempistiche previste da Boccia sono piuttosto ottimistiche: ipotizza circa 4 mesi: “L’Italia ha la necessità di ripartire a gennaio sapendo che il 2021 è l’anno che ci porterà fuori dal Coronavirus”. Ma i ritardi sulla tabella di marcia del vaccino Sanofi rischia di mandare a monte le previsioni del Governo. ”