La famiglie dei pescatori italiani bloccati da oltre cento giorni in Libia attendono risposte e certezze che non arrivano. Ma dalla Politica arriverà un aiuto alle famiglie.
La notizia più importante, la più attesa dalle famiglie dei pescatori di Mazara del Vallo – fermi in Libia da oltre tre mesi – non è ancora arrivata. Il ritorno a casa dei loro cari, che gli consentirebbe di festeggiare davvero il Natale, rimane la loro speranza più grande. Ma certezze, in questo senso, non ce ne sono.
Intanto, però, dal Parlamento arriva un intervento volto a garantire ai familiari dei marinai un sostegno di carattere economico, un contributo concreto che punta ad alleviare la sofferenza di chi ormai da più di cento giorni trema per la sorte di un marito, un padre, un parente. E così, nella nuova Legge di Bilancio saranno inseriti dei ristori economici che saranno garantiti, oltre alle famiglie dei pescatori, anche agli armatori dei due pescherecci sequestrati.
Una richiesta che il comitato delle madri, delle mogli e dei figli dei marittimi siciliani aveva avanzato da tempo, accanto a quella fondamentale: che si lavori seriamente alla loro liberazione. In questi tre mesi familiari dei pescatori sequestrati in Libia hanno potuto contare esclusivamente sul supporto arrivato dalla Regione Sicilia, dal comune di Mazara e dalla diocesi locale. Ora nel decreto ristori sono stati inseriti due emendamenti – uno proposto da Forza Italia, l’altro da Italia Viva – che garantiranno un ristoro economico alle aziende ed alle famiglie.
L’emendamento proposto dalla forzista Gabriella Giammanco – vicepresidente dei Senatori di Forza Italia – è stato approvato venerdì notte dalla Commissione Bilancio e garantirà lo stanziamento di mezzo milione di euro. La senatrice, portavoce del partito in Sicilia, si augura che presto possano presto arrivare novità sulla situazione dei marittimi bloccati in Libia: “Ci auguriamo che il Governo ci ‘stupisca’ facendo tornare i pescatori a casa prima di Natale“, ha sottolineato Giammanco. In attesa di novità l’introduzione di questo emendamento permetterà di dare “ossigeno alle aziende di pesca siciliane la cui attività da quattro mesi è letteralmente paralizzata“, ha spiegato ancora la senatrice.
Un intervento in linea con quello promosso da Italia Viva, che garantisce lo stanziamento di ulteriori 500 mila euro destinati a garantire “misure di sostegno ai familiari del personale imbarcato e di contributi all’impresa di pesca, nei casi di sequestro da parte di forze straniere anche non regolari“. Anche secondo gli esponenti del partito di Matteo Renzi, l’intervento varato rappresenta un “atto dovuto” nei confronti di molte famiglie che, oltre alla preoccupazione per i propri cari, vivono un momento di difficoltà dal punto di vista economico. “Adesso il governo deve impegnarsi al massimo per il rilascio“, dice il primo firmatario dell’emendamento Davide Faraone, anch’egli siciliano. “È intollerabile il protrarsi di questa prigionia a cui si aggiunge lo strazio delle famiglie che da cento giorni non sanno nulla dei loro cari“.