Non ottimistiche le previsioni del professor Massimo Galli sul futuro che ci attende. Oltre al Covid dovremo aspettarci altre epidemie.
Ma non bastava il Covid 19 che, in un anno, ha stravolto le nostre vite sotto quasi tutti gli aspetti. Ad attenderci un’altra grande epidemia causata da germi multiresistenti. A dirlo è stato l’infettivologo dell’ospedale milanese Sacco, il professor Massimo Galli alla vigilia del XIX Congresso della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali. Galli è sempre stato una delle voci più presenti durante questi mesi. Presente e prudente, da settimane mette in guardia dalla terza ondata di Coronavirus data come certa nei primi mesi del 2021. Il medico, parlando al Messaggero, parla del pericolo rappresentato dalla riapertura delle scuole. Arriviamo a queste feste di Natale in una condizione epidemiologica molto differente da quella che precedette le vacanze estive, ha detto Galli, perchè oggi siamo ancora a 18mila casi giornalieri moltissimi. Il professore aggiunge “E sa quando avremo contezza dei casi di contagio avvenuti a Natale? Proprio attorno al 7 gennaio, quando riapriranno le scuole”. Sarebbero dunque più che opportuni, dice i divieti per il giorno di Natale, Santo Stefano e Capodanno. Il virologo ha sottolineato come in questo momento “abbiamo più positivi rispetto alla scorsa estate, quando erano aperte le discoteche. Si facevano sì meno tamponi e test, ma il numero dei contagiati, anche sintomatici, era sicuramente molto più basso“. Per questo, ha insistito, riaprire i confini regionali può essere davvero pericoloso
Secondo Galli il Covid dovrebbe lasciarci in eredità una grande lezione su come affrontare altre epidemie future che – secondo l’esperto – sono inevitabili “Mi auguro si possa fare tesoro da questa lezione ed essere pronti ad affrontare l’altra grande epidemia in arrivo: una pandemia neanche tanto strisciante. Parliamo di quella causata dai germi multiresistenti, che colpisce tanto gli ospedali quanto gli ambienti esterni, una delle principali minacce di questo decennio“.
Galli, inoltre, ha sempre insistito molto sul ruolo determinante della medicina territoriale come primo contatto con i pazienti anche al fine di non mandare a tappeto ospedali e pronto soccorso. E ha sempre puntato il dito contro i tagli effettuati nel corso degli anni: “Questa epidemia ha sottolineato come sia importante una buona rete epidemiologica per fronteggiare alcune emergenze. Negli ultimi anni proprio l’infettivologia ha subito tagli pesanti e sono decenni che sulla medicina territoriale non si investe. Oggi la Sanità pubblica, purtroppo, vige in stato semicomatoso“.
Tuttavia il Governo ha scelto di stanziare solo 9 miliardi alla Sanità dei 196 ottenuti tramite il Recovery Fund. Cifra in coda anche alla somma destinata per la parità di genere. L’Associazione dei medici e dirigenti sanitari italiani Anaao Assomed ha commentato: “È un fatto grave che nel piano si preveda di destinare alla Sanità appena il 4,3% delle risorse. Il Governo non ha la percezione di quanto sta accadendo negli ospedali, dell’angoscia e della frustrazione che accompagnano il triste corteo delle morti”.
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