Il viceministro alla Salute, Pierpaolo Sileri, contro i dirigenti del dicastero della Sanità.
Da tempo il viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri – oncologo – ha manifestato la sua intenzione di non ricandidarsi e, a fine legislatura, di tornare ad esercitare la sua professione di medico. Recentemente -intervisto ad Agorà su Rai 3 – ha ribadito che, se a distanza di un anno-un anno e mezzo, la maggior parte della popolazione non avrà fatto il vaccino allora dovrà scattare l’obbligo. E ha anche specificato che, non sapendo quanto dura l’immunità dopo aver contratto il virus, anche chi lo ha già avuto – tra cui lui stesso – dovrà vaccinarsi. Anche se non tra i primi. Ma se sull’obbligo il viceministro sembra, tutto sommato, sulla stessa linea del Ministro della Salute Roberto Speranza e del Premier Giuseppe Conte, i problemi sorgono sulla gestione del Covid. Sul piano pandemico del Paese, nello specifico. Fino ad oggi il viceministro non aveva mai alzato i toni. Anzi: fino a ieri. Infatti, proprio ieri, intervenuto alla trasmissione Rai Non è l’arena, il viceministro non si è più trattenuto e ha palesato tutta la sua insoddisfazione nei confronti della gestione amministrativa all’interno del Ministero della Salute. Gestione che lui ritiene pessima. Incalzato dalle domande, Sileri ha spiegato: “C’è qualche problema a livello centrale e non è né Speranza, né Sileri, né Zampa, né il presidente Conte, ma sono alcuni amministrativi. Mandiamoli via a calci nel sedere, mettiamone di nuovi e vediamo se le cose migliorano”.
In particolare Sileri ha chiesto le dimissioni di Giuseppe Ruocco, segretario generale del Ministero della Salute, accusandolo di essere stato spesso assente alle riunioni del Comitato tecnico scientifico e di non aver risposto alle sue richieste di delucidazioni sul piano pandemico. E la richiesta di Sileri in merito alle dimissioni di Ruocco ha trovato il pieno sostegno del senatore Cinque Stelle Nicola Morra, presidente della Commissione Antimafia, il quale ha dichiarato: “Non è possibile che non ci sia una catena di comando chiara che protegga i cittadini davanti a pericoli così importanti”.
Il mistero del rapporto sul piano di gestione della pandemia predisposto dall’Italia, resta aperto. L’analisi che avrebbe dovuto rendere conto di come l’Italia ha gestito l’emergenza Covid, è svanita nel nulla il giorno dopo la sua pubblicazione. L’unico dato certo è che il piano pandemico non veniva aggiornato dal 2006. A chiedere la rimozione dello studio pubblicato sul sito dell’Organizzazione Mondiale della Sanità – a detta dei ricercatori che hanno condotto l’analisi – sarebbe stato proprio il Direttore Aggiunto Ranieri Guerra. Al momento sulla vicenda sta indagando la Procura di Bergamo ma l’Oms, si è subito premurata di chiedere l’immunità per i suoi funzionari. Immunità a cui, recentemente, il Ministro degli esteri Luigi Di Maio ha chiesto di rinunciare senza, tuttavia, ricevere ancora risposta.