Matteo Renzi alza il pressing sul Governo, con la crisi che diventa, giorno dopo giorno, ipotesi sempre meno peregrina. Anche perché i numeri della Maggioranza al Senato sono ormai in bilico. Ma il Premier non rinuncia a ipotizzare un’altra stretta durante le Festività
Ora, la crisi di Governo è un’opzione più che concreta. I numeri del Senato, già risicati da tempo, si assottigliano sempre di più e parlano ormai di una Maggioranza in bilico. I fatti raccontano di un Movimento 5 Stelle che perde pezzi – solo ieri altri 4 addii alla Camera – e di minacce che arrivano – sempre meno velate, sempre più esplicite – dal leader di Italia Viva Matteo Renzi. Certo, non è la prima volta che l’ex sindaco di Firenze paventa la crisi. Ma molti elementi lasciano pensare che questa volta possa essere diversa dalle altre. Sul fronte del Partito Democratico, poi, il legame su cui il Conte aveva potuto contare in questi mesi sembra essersi indebolito e, fuori dal Parlamento, i sondaggi raccontano di un Premier in costante calo di consensi ormai dall’inizio dell’autunno.
Il Governo pensa ad un’altra stretta
E’ proprio da questo quadro complesso che, probabilmente, derivavano alcuni passi indietro fatti dal Presidente del Consiglio nelle ultime 24 ore: prima “l’apertura di una riflessione” sulla contestatissima questione degli spostamenti tra comuni durante le feste; poi la decisione di aprire un confronto con i partiti di Maggioranza, quella verifica di Governo che Matteo Renzi chiedeva ormai da mesi e che adesso – con il terreno che sembra franargli sotto i piedi – Conte non può più rimandare.
Ma è stata un’apertura effimera, a quanto pare. Secondo indiscrezioni raccolte sull prossime mosse del Governo, l’Italia intera rischia di tornare zona rossa o arancione nei festivi. Il 24, il 25, il 26. Il 30 dicembre, l’ultimo dell’anno, il 1 gennaio e il 6 gennaio sono giornate considerate a rischio e il Governo – Premier e capi delegazione – oggi si è riunito in un’atmosfera di piena emergenza per fare una valutazione della situazione epidemiologica. Domani ci sarà un confronto con il Comitato tecnico scientifico che insiste sulla necessità di stringere ancor più le maglie. L’obiettivo – spiega una fonte di governo – è seguire il modello Merkel che ha evocato un lockdown duro presentando misure anti-Covid più stringenti fino a gennaio inoltrato. Poche aperture, sembra, per i ricongiungimenti famigliari. Saranno contemplate deroghe nello stop agli spostamenti solo per i piccoli comuni.
Rischio crisi altissimo
Il rischio di crisi, quindi, è in questo momento alto. E nonostante il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella abbia messo in guardia tutti, sottolineando come la principale via d’uscita sarebbe il ritorno alle urne, Renzi è convinto di poter pilotare la crisi evitando le elezioni anticipate e porta avanti la sua strategia fatta di interviste continue e bordate sempre più eclatanti rivolte al Presidente del Consiglio. L’ultima, ieri, in pieno svolgimento del Consiglio Europeo, con l’ex sindaco di Firenze che ha scelto il quotidiano spagnolo El Paìs per ribadire per l’ennesima volta che è pronto a far cadere il Governo.
L’obiettivo del leader di Italia Viva è duplice: rovesciare Conte e cambiare gli assetti di Maggioranza. Ma la buona riuscita della trama renziana è tutt’altro che scontata. E chissà che alla fine, con il rischio di far saltare il banco, l’uomo di Rignano non debba accontentarsi di un importante rimpasto nella squadra di Governo – che pure reclama ormai da tempo immemore.
Tutto però lascia pensare che non si tratti più del Renzi che grida “al lupo al lupo“. Ne è convinto anche il giornalista Peter Gomez, che sottolinea come queste siano le ultime settimane a disposizione di Renzi per tentare uno strappo che possa mettere sé stesso ed il suo partito in una posizione di maggiore centralità in vista dell’arrivo dei fondi provenienti dall’Unione: alle condizioni attuali l’ex sindaco di Firenze ha i numeri per far saltare il Governo e scommette sul fatto che, nonostante le minacce di Mattarella, si farà di tutto per evitare le elezioni anticipate. Questo perché – oltre alle mancate modifiche di legge elettorale e collegi – c’è, secondo Gomez, un dato politico: “I parlamentari sanno che parte di loro non rientrerà perché i loro partiti si sono dimezzati e sanno anche che sarà ridotto di più di un quarto il loro numero, quindi i posti saranno meno“. Probabile che, stando così le cose, “I numeri per fare un pastrocchio in Parlamento potrebbero saltare fuori“.
Renzi ha fretta: i numeri dell’epidemia sono in calo e prima che la terza ondata possa investire il Paese vuole affondare il colpo, visto che più avanti, con un eventuale peggioramento della situazione sanitaria, sarebbe impensabile farlo. “Da fine gennaio in poi“, prosegue Gomez, “è molto complicato. Da luglio, infine, parte il semestre bianco, quindi queste sono le ultime occasioni di Renzi, che è disposto a far cadere il Governo“.
Conte appare preoccupato e dopo settimane caratterizzate da un approccio fortemente leaderistico sembra aver deciso di affrontare i prossimi passaggi in modo più prudente. La stessa apertura di una verifica di Maggioranza, suona come il tentativo di placare il malcontento di Italia Viva e, soprattutto, di non concedere a Matteo Renzi un casus belli sul quale innescare l’attacco definitivo al Governo.