Covid in Italia in calo il numero dei decessi ma il contagio non accenna a scendere. Intanto il Ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia è contrario alle riaperture per le feste. A sua detta, vanificherebbero i sacrifici fatti finora dalle famiglie italiane.
Sono 17.938 i nuovi casi in Italia in calo rispetto ai 19.903 di ieri e 484 i morti, in calo rispetto ai 649 delle 24 ore precedenti. Il totale dei contagi è di 1.843.712 dall’inizio della pandemia, i morti sono arrivati all’impensabile – qualche mese fa – numero di 64.520. I positivi sono 686.031 attualmente, 1.183 più di ieri, un aumento che si registra dopo giorni di calo. L’incremento dei guariti nelle ultime 24 ore è invece di 16.270 per un totale dall’inizio dell’emergenza di 1.093.161.
Il “no” del Ministro
E’ un secco “no” quello pronunciato dal Ministro degli affari regionali Francesco Boccia nei confronti delle riaperture tra comuni e province in occasione delle feste natalizie, richieste a gran voce non solo dall’Opposizione ma anche da alcuni membri del Governo, dal momento che il premier Conte ha già valutato la cosa. Per il politico, si tratta di una proposta “surreale” che rende i sacrifici fatti finora dagli italiani inutili: “Abbiamo ripreso il controllo della curva, ma guardiamo il numero dei morti, è troppo alto, dietro oltre 60mila vittime ci sono storie familiari e sofferenze, quei numeri possono aumentare se non siamo rigorosi”, dice Boccia in merito alle riaperture richieste per chi vuole festeggiare e rivedere la propria famiglia che si trova in un’altra Regione o in un Comune differente. Il ministro comunque non vuole imporre un diktat ma ammonisce quei politici che dovessero spingere per un allentamento delle misure di restrizione, giudicato prematuro e irresponsabile: “Il Parlamento è sempre sovrano, può decidere, ma chi dovesse votare a favore di una norma che allenti i vincoli dovrà risponderne agli italiani“, il monito lanciato dal membro dell’equipe di Governo di Conte che chiede esplicitamente a chi morde il freno per una riapertura del paese di metterci la faccia e di assumersi le proprie responsabilità.
Se Boccia è contrario a riaperture indiscriminate però, non sembra essere dello stesso avviso per i pochi, rari casi di persone più fragili che hanno bisogno di assistenza e non possono restare separate dalle proprie famiglie per le feste rimarcando che questa possibilità non è mai stata esclusa del tutto: “Nei piccoli Comuni confinanti si può autorizzare il passaggio non abbiamo nulla in contrario, se invece dobbiamo far prevalere le regole della festa e dell’incontro allora non va bene”, le parole del ministro. Dalla sua posizione istituzionale, Francesco Boccia commenta anche le recenti tensioni intestine al Governo e parla del vaccino anti covid e della sua distribuzione, da iniziare in tempi brevissimi sul modello britannico: “Chi minaccia la crisi è scollegato completamente dalla vita reale del Paese, io non trovo il tempo di discutere di cose surreali, se qualcuno in maggioranza ritiene che queste siano priorità se ne assuma la responsabilità”, ribadisce il ministro, affermando che anche un’eventuale crisi di governo risulterebbe una pugnalata alle spalle degli italiani – a sua detta – perchè renderebbe l’applicazione di misure restrittive molto difficile. Sul vaccino, ecco quanto dichiara il ministro: “La leale collaborazione tra Regioni e Stato consentirà ad Arcuri di distribuire velocemente il vaccino“. Per Boccia, si può parlare verosimilmente del mese di gennaio come termine massimo dell’inizio della distribuzione del farmaco: resta però da stilare una lista dei soggetti a rischio come anziani, infermieri e persone con patologie pregresse che dovranno ricevere le primissime dosi per risultare meno vulnerabili all’infezione. Se tutto dovesse procedere secondo i piani del Governo, la distribuzione del farmaco – prodotto dalla casa statiunitense Pfizer – sarebbe una questione di pochi mesi.