Nel corso del processo sul caso Gregoretti, tenutosi questa mattina a catania, l’ex Ministro dei Trasporti Danilo Toninelli ha dichiarato di non ricordare di aver firmato il divieto di sbarco.
Non nega e non conferma la sua responsabilità: semplicemente non ricorda. Questa la testimonianza del pentastellato Danilo Toninelli, interrogato questa mattina nell’aula bunker Bicocca del Tribunale di Catania durante il processo sul caso Gregoretti che vede come imputato il leader della Lega Matteo Salvini. Salvini – ricordiamo – è accusato di sequestro di persona per aver impedito nel 2019, quando ricopriva il ruolo di Ministro dell’Interno, lo sbarco di 131 migranti a bordo della nave Gregoretti. Il capo del Carroccio non ha mai negato di aver fatto quanto gli viene imputato ma ha sempre ribadito che anche il resto del Governo era al corrente ed era d’accordo.
Il Premier Giuseppe Conte ha preferito non recarsi in Tribunale chiedendo di venir interrogato direttamente a Palazzo Chigi. Toninelli, invece, che all’epoca presiedeva il dicastero dei Trasporti, si è recato in Aula. La sua testimonianza – insieme a quella dell’ex Ministro della Difesa, Elisabetta Trenta – rappresentava uno dei momenti “clou” del processo contro Salvini. Ma la sua testimonianza ha fornito poche delucidazioni. L’ avvocato della Difesa, Giulia Bongiorno gli ha chiesto se riconosceva la sua firma sul documento che vietava l’ingresso della Gregoretti in acque italiane: “Ricorda di aver firmato questo divieto d’ingresso, di sosta e di transito? C’è anche la sua firma, può riconoscere la sua firma?”. L’ex ministro Toninelli – che ha espressamente chiesto di non essere ripreso – ha risposto: “Non ricordo, è passato tanto tempo“. E fuori dall’Aula ha proseguito: “Salvini sta tentando di scaricare sul ministero dei Trasporti responsabilità che sono solo sue. Per l’assegnazione del porto sicuro a terra, c’è un mandato unico al Ministro dell’Interno. ma Salvini difendeva i confini solo a parole”.
Ma tra gli atti depositati dalla Difesa – ha puntualizzato l’avvocato Bongiorno – c’è un video in cui il primo ministro Conte specifica chiaramente che le decisioni in merito agli sbarchi erano condivise da tutto l’Esecutivo gialloverde. A tal proposito, messo di fronte alla disparità di comportamento dei Cinque Stelle nel caso Diciotti e nel caso Gregoretti, Toninelli si è limitato a sostenere: “La linea del Governo era di far interessare gli altri Stati europei al collocamento dei migranti. Ma ogni sbarco era un caso a parte”.
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