Le Germania incalza affinché si vengano sbloccati i fondi del Recovery Fund. In Italia la questione è tutt’altro che risolta.
In Italia la questione Recovery Fund è tutt’altro che risolta. Nella bozza – il Recovery Plan – si legge che il Governo destinerà 196 miliardi a sei macro-aree. Alla sanità spetteranno, tuttavia, solo 9 miliardi. L’area in cui s’investirà maggiormente sarà quella dell’efficienza energetica e riqualificazione degli edifici. A questa macro area il Governo Conte ha deciso di destinare oltre 40 miliardi. Ma a far discutere è soprattutto la proposta del Premier Giuseppe Conte di far gestire i fondi a 300 tecnici che riferirebbero a lui direttamente scavalcando – di fatto – il Parlamento. A tal proposito la numero due di Italia Viva, l’onorevole Maria Elena Boschi, si è espressa chiaramente: “Non abbiamo dato pieni poteri a Salvini e non li daremo a Conte“. Le frizioni in seno alla Maggioranza, insomma, sembrano crescere di giorno in giorno al punto che non si esclude l’ipotesi che Italia Viva possa decidere di “staccare la spina” a questo Governo. E Il leder del partito Matteo Renzi non è stato da meno asserendo: “Il futuro del Paese non lo decidono nottetempo Conte e Casalino”
Ma l’Italia non può più permettersi di perdere tempo perché c’è chi incalza e invita i Paesi Ue a mettere un punto alla questione e dire basta a ritardi e rinvii. A richiamare all’ordine i partner europei è stata la Germania. Infatti le battute di arresto delle ultime settimane rischiano di rinviare di molti mesi – se non addirittura di bloccare – l’erogazione dei fondi. “Sarebbe irresponsabile ritardare ulteriormente questo sostegno essenziale per i nostri cittadini, abbiamo bisogno di sbloccare rapidamente il sostegno finanziario che è fondamentale per molti stati membri” – queste le parole del ministro degli Affari europei tedesco e presidente di turno del Consiglio Ue, Michael Roth.
Ed è ancora la Germania a lanciare un avvertimento dai toni di ultimatum rivolto a Polonia e Ungheria. In sostanza, il monito tedesco è: o con voi o senza di voi, l’Ue procederà lo stesso. “Per il Parlamento europeo non si rinegozia nella sostanza l’accordo che è stato raggiunto con il Consiglio e la Commissione Ue sul pacchetto economico che comprende il Recovery fund“- ha puntualizzato Manfred Weber, il presidente del gruppo del Ppe al Parlamento europeo ha aggiunto: “I 25 sono uniti, mentre Polonia e Ungheria sono isolate. A questo punto dobbiamo sostenere un piano B a 25: l’idea di Ursula von der Leyen, un’opzione sul tavolo che sarà un chiaro segnale per i nostri partner“.
Intanto la Conte dei Deputati ha approvato – 314 sì, 239 contrari e 9 astenuti- la risoluzione della Maggioranza sulla riforma del Mes. A favore, nonostante gli attriti e le polemiche degli ultimi giorni si sono espressi anche i deputati del Movimento 5 Stelle tranne sei dissidenti: Pino Cabras, Fabio Berardini, Francesco Forciniti, Andrea Colletti, Alvise Maniero e Maria Lapia.
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