“L’approvazione da parte delle due Camere della posizione a sostegno del Mes è una buona notizia. Quella riforma è figlia anche degli sforzi e dell’impegno del governo Italiano per migliorare una opportunità di credito che il Pd continua a vedere utile per l’Italia. Ora per andare avanti è importante trovare soluzioni, soprattutto da parte del Governo, ai tanti nodi aperti nella maggioranza”. Così ha commento il segretario del PD Nicola Zingaretti nel giorno in cui il Movimento Cinque Stelle ammaina un’altra sua bandiera, quella contro l’Europa.
La lunga partita del Mes era arrivata nell’aula di Montecitorio questa mattina. La Camera ha approvato – 314 sì, 239 contrari e 9 astenuti – la risoluzione della Maggioranza sulla riforma del trattato del Mes. Un voto che nasconde le crepe della Maggioranza ma, sopratutto l’implosione del Movimento 5 Stelle con una crisi d’identità sempre più profonda. Alla fine rispetto ai 56 parlamentari pentastellati che avevano firmato una lettera per fermare la riforma del Mes il dissenso si è asciugato. A dire no alla Camera sono stati in 13 e altri 10 non hanno votato la risoluzione della maggioranza. I “no” sono stati espressi da Fabio Berardini, Pino Cabras, Andrea Colletti, Emanuela Corda, Jessica Costanzo, Carlo Ugo De Girolamo, Francesco Forciniti, Paolo Giuliodori, Mara Lapia, Alvise Maniero, Francesco Sapia, Arianna Spessotto, Andrea Vallascas. La mediazione durata più di quattro giorni di collegamento via zoom ha dunque evitato che i rosso-gialli andassero sotto alla Camera e al Senato. Ma ora nel Movimento 5 stelle si apre un’altra fase. Ai dissidenti superstiti vanno aggiunti altri dieci deputati che non hanno preso parte al voto: Berti, Del Monaco, Emiliozzi, Grillo, Lombardo, Menga, Raduzzi, Romaniello, Volpi, Zanichelli.
Anche il Senato ha approvato la risoluzione di Maggioranza, presentata sulla riforma, in vista del consiglio europeo. I favorevoli sono stati 156, 129 i contrari e 4 gli astenuti.
A palazzo Madama sono venuti a mancare 11 voti del Movimento 5 stelle. Due i contrari, Crucioli e Granato. Quattro gli assenti: Primo Di Nicola, Barbara Guidolin, Orietta Vanin e Elio Lannutti. Quest’ultimo e Vanin che erano critici alla riforma mentre coloro che non hanno partecipato al voto sono Abate, Corrado, Angrisani, Morra e Trentacoste. Ora al via il regolamento dei conti. Perché chi ha votato contro rischia davvero. Portando avanti un comportamento, a detta dei vertici M5S, “politicamente inqualificabile”. Il capo politico potrebbe dare il via libera a sanzioni disciplinari, anche perché nel codice etico si condanna chi – spiegano fonti pentastellate – si macchia di comportamenti lesivi per il Movimento. “Se li metteremo sulla graticola? Si sono auto-graticolati oggi… – ha commentato Vito Crimi – Nel Codice etico si parla di rispetto del principio democratico di maggioranza, chi ha votato contro si prende le sue responsabilità. Il M5S è un’associazione politica solidale, non è un’azienda”. Questione differente per chi si è astenuto. Ma in ogni caso finirà sotto i riflettori.
Alla Camera Brunetta e Polverini altri 14 Forza Italia non hanno votano. Ma l’ufficio stampa del gruppo di Forza Italia della Camera dei deputati ha precisato che “oltre a Brunetta e Polverini, non ci sono altri deputati di Forza Italia a non aver partecipato al voto per ragioni politiche. Le altre assenze registrate nelle votazioni di questa mattina, infatti – si legge in una nota -, erano preannunciate e giustificate per motivi di salute o personali”. Non ha partecipato al voto anche Marta Fascina, compagna di Silvio Berlusconi e deputata azzurra, che in una nota ha precisato: “La mia assenza odierna dalla Camera dei deputati, già programmata e di cui avevo tempestivamente informato la nostra capogruppo, è dipesa unicamente da ragioni personali. Condivido infatti in toto – conclude l’esponente di FI – la volontà di Forza Italia di respingere la riforma del Mes così come approvata dall’Eurogruppo e che non va nella direzione della tutela degli interessi italiani ed europei”.
“Oggi Forza Italia alla Camera e al Senato ha votato in modo compatto e coerente contro la ratifica di una riforma del Mes che non è né nell’interesse dell’Italia né in quello dell’Unione Europea – ha afferma il leader azzurro, Silvio Berlusconi in una nota – Noi abbiamo chiesto fin dallo scorso anno, prima della pandemia, una diversa e più profonda riforma del Mes, che ne facesse un vero strumento paragonabile a un Fondo Monetario Europeo, sotto il controllo delle istituzioni dell’Unione. Siamo contro questo Mes, frutto di un cattivo accordo fra Stati, proprio perché siamo convintamente europeisti”.