La Svizzera non è in grado di fermare i contagi da Covid-19 e a farne le spese saranno i pendolari italiani che ogni giorno si recano nella Confederazione.
I dati del Ministero della Salute in merito alla situazione di oggi ci informano che i casi totali – attualmente positivi, morti e guariti – salgono di 14.842 unità e portano il totale a 1.757.394. Nelle ultime ventiquattro ore 634 morti e portano il totale delle vittime a 61.240. Da ieri sono stati eseguiti 149.232 tamponi.
I casi attualmente positivi scendono a 737.525, – 11.294 rispetto a ieri. I guariti raggiungono quota 958.629, registrando un incremento di 25.497 unità. I ricoveri ordinari sono 30.081, – 443 mentre i pazienti in terapia intensiva scendono a 3345, -37 rispetto a ieri.
La Svizzera non riesce a controllare tutti i viaggiatori che fanno avanti e indietro nel Paese e, per paura di una risalita dei contagi, si prepara a bloccare tutti i treni, compresi quelli che servono ai pendolari italiani per recarsi ogni giorno a lavoro. E’ quanto lascia trapelare il Ministro della Salute elvetico Alan Berset che lunedì ha definito i dati epidemiologici preoccupanti. In particolare, la situazione risulterebbe difficile proprio nel Canton Ticino interessato da un grande afflusso di pendolari, lavoratori italiani che varcano il confine almeno due volte al giorno. I responsabili delle ferrovie elvetiche fanno sapere: “Non riusciamo ad effettuare tutti i controlli, c’è troppa pressione sul sistema”. Misurare la temperatura dei viaggiatori che salgono e scendono dai treni, assicurarsi che tutti indossino le mascherine e tenere una distanza sufficiente a ridurre il rischio di contagio tra gli stessi è un’impresa disperata, a detta di chi lavora nelle stazioni ticinesi.
Ma i treni non sono l’unico fattore di rischio nel Paese. Infatti, hanno causato un certo clamore le foto condivise dal giornale Novelliste sul suo profilo Twitter che ritraggono decine di persone ammassate presso l’accesso agli stabilimenti sciistici: la Svizzera è tra le poche nazioni in Europa ad aver tenuto aperte tali strutture. Il cantone dove sono state scattate le foto è quello di Verber, nota località meta del turismo invernale: “In effetti, il protocollo messo in atto è stato poco rispettato in alcuni punti, motivo per cui sono in corso misure correttive” – è stato il commento di Eloi Rossier, presidente del cantone di Bagnes che è stato interrogato in merito alle misure di distanziamento messe in atto nelle località sciistiche. La Svizzera, tra scarso controllo sui pendolari e sugli sciatori, ha visto una risalita nei contagi giudicata preoccupante dal Governo: nelle ultime ore il tasso di positività medio sui tamponi del 16% mentre nel Cantone Ticino tale cifra arriva addirittura al 22% con 116 nuovi casi e 9 morti su una popolazione complessiva di 300.000 abitanti. Numeri che per una nazione che ha già deciso di non curare i malati più anziani qualora la situazione si facesse insostenibile, sono inaccettabili.
Ed ecco quindi il blocco dei treni e le restrizioni: i bar anticiperanno le chiusure alle ore 19 mentre i ristoranti dovranno chiudere i battenti entro le 22: “La situazione non è soddisfacente, c’è pressione sulle strutture sanitarie”, commenta Norman Gobbi, governatore del Ticino che approva le nuove misure. Tali restrizioni saranno applicate verosimilmente entro le prossime 24 ore. La notizia peggiore però arriva per i pendolari che si recano in Svizzera perchè le autorità intendono fermare tutti i treni in arrivo verso il Paese a partire dal 10 dicembre. Se il referendum popolare che ha rischiato di tagliare fuori dall’economia svizzera molti lavoratori italiani ha dato responso negativo, pare che tanti pendolari si troveranno comunque impossibilitati nel portare avanti la propria occupazione nel paese se tale misura dovesse restare in vigore per un lungo periodo.
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