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Politica

Recovery Fund, i ministri di Renzi lasciano la riunione. Italia Viva sembra pronta ad affondare il Governo

Cresce la tensione all’interno della Maggioranza. Nella notte, Ettore Rosato e Maria Elena Boschi – capigruppo di Italia Viva – hanno abbandonato il vertice che doveva aprire la strada al Consiglio dei Ministri sul Recovery Fund previsto – e poi rinviato – per questa mattina alle 9.
Matteo Renzi e Teresa Bellanova/Andreas Solaro, Getty Images
Una settimana cruciale che si apre in salita per il Governo, chiamato nel giro di pochi giorni a risolvere una serie di questioni e di contrasti interni che rischiano di minarne addirittura la tenuta. A rendere ancor più difficile un quadro già complesso è arrivata la notizia dello slittamento del Consiglio dei Ministri sulla governance del Recovery Fund, inizialmente previsto per le 9 di questa mattina. Un rinvio che ha origine dallo strappo consumato nottetempo, quando nel corso di un vertice cui hanno preso parte i Ministri dell’Economia e dello Sviluppo Economico Roberto Gualtieri e Stefano Patuanelli, oltre al Premier Giuseppe Conte ed ai capigruppo della Maggioranza, Italia Viva ha fatto saltare il banco, rifiutando lo schema di governance proposto dal Presidente del Consiglio, basato su una triplice guida composta proprio da Conte, Gualtieri e Patuanelli. Una proposta ritenuta irricevibile da parte degli esponenti del partito di Matteo Renzi, tanto che Maria Elena Boschi ed Ettore Rosato hanno addirittura deciso di abbandonare la riunione.
A rincarare la dose sono arrivate questa mattina le parole di Davide Faraone, presidente dei Senatori di Italia Viva. Ospite della trasmissione Omnibus, in onda su La7, Faraone ha fatto sapere che i due Ministri di Italia Viva – Teresa Bellanova ed Elena Bonetti – avrebbero ricevuto soltanto all’una di notte la bozza del provvedimento che sarebbe dovuto essere oggetto del Consiglio dei Ministri previsto per questa mattina. “Vi pare possibile che la struttura della task force che dovrebbe gestire il più imponente capitolo di investimenti dal dopoguerra sia tenuta all’oscuro a noi che siamo forza di Maggioranza?“. E ha definito quello sul Recovery “un dossier fantasma” tuttora ignoto “a tutta una serie di realtà, dal Parlamento, dai presidenti di regione ai sindacati alle forze sociali“.
Ieri, intervistato da La Repubblica, Matteo Renzi definiva il piano di fondi europei come “l’ultima occasione” per progettare il futuro dell’Italia. Non una novità, visto che lo stesso leader di Italia Viva aveva già chiesto in estate al Premier Conte di dare spazio ad un confronto parlamentare su questo tema. “Per mesi abbiamo ricevuto solo silenzio e task force. Poi improvvisamente il Premier comunica agli italiani che è tutto già pronto e che ci saranno dei tecnici a gestire il tutto” – insiste l’ex Presidente del Consiglio, contrario al metodo utilizzato da Conte. Per quel che riguarda il merito, Renzi precisa di essere completamente all’oscuro delle decisioni prese:”Il futuro dell’Italia dei prossimi vent’anni“, attaccava ancora ieri il leader di IV, “non lo scrivono Conte e Casalino nottetempo in uno stanzino di Palazzo Chigi“.
L’ex sindaco di Firenze esclude che possa essere imminente una crisi di Governo e ricorda che la priorità, in questo momento, è approvare la Legge di Bilancio in modo da poter assicurare all’Italia l’approvazione del decreto Ristori. “Sul futuro dipende da Conte: Zingaretti ha chiesto un rilancio dell’azione di Governo, noi siamo d’accordo con il segretario del Pd, chiediamo che si inizi a fare sul serio”. Un avvertimento chiaro, confermato dalla rottura notturna nel vertice che doveva precedere il Consiglio dei Ministri. E se da una parte l’ex Premier si mostra ottimista riguardo l’imminente voto parlamentare sulla modifica del Mes – “I grillini hanno troppa paura di andare a votare per far cadere Conte sul Mes. Dunque fortunatamente i voti ci saranno“, assicura – dall’altra non esclude che, dopo l’approvazione della manovra, a staccare la spina al Governo possa essere proprio Italia Viva: “Non siamo noi a dover decidere. È Conte a dovere fare un salto di qualità come ha promesso a noi e al Pd“.
Pubblicato da
Lorenzo Palmisciano

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