La Deputata del Partito Democratico Laura Boldrini propone, attraverso un emendamento alla Legge di Bilancio, che l’iva sugli assorbenti venga ridotta dal 22 al 5%. Un intervento in linea con quanto già accaduto in molti altri Paesi, dove la Tampon Tax è stata drasticamente tagliata o addirittura abolita.
Un emendamento alla legge di Bilancio presentato dalla Deputata del Partito Democratico Laura Boldrini prevede, qualora venga approvato, la riduzione dell’Iva al 5% per gli assorbenti. Tutti, non soltanto – come aveva previsto la manovra dello scorso anno – soltanto quelli compostabili e lavabili – molto costosi rispetto ad altre tipologie e, per questo, utilizzati da una percentuale minoritaria delle donne italiane. Una misura, quella inserita un anno fa, che pur portando ad un piccolo passo in avanti non poteva in alcun modo rappresentare la soluzione a quella che potremmo definire “un’ingiustizia fiscale“, sulla base della quella in Italia l’imposta sul valore aggiunto per gli assorbenti è fissata addirittura al 22%.
Nel nostro Paese, l’iva sugli assorbenti femminili è comparsa per la prima volta nel 1972 ed è cresciuta negli anni, come per la verità accaduto a numerosi altri beni e servizi. Secondo quanto previsto dal Testo unico sull’iva, una serie di beni – elencati all’interno del testo stesso – prevedono l’imposizione di una aliquota ridotta al 4, al 5 e al 10. Tra questi, tanto per rendere l’idea dell’ingiustizia fiscale cui facevamo riferimento, compaiono prodotti come il tartufo – sul quale l’imposta è stata ridotta, un anno fa, dal 10 al 5% – o i francobolli da collezione, che godono di un’imposta agevolata al 10 per cento. Latte, occhiali, libri e… manifesti per le campagne elettorali, sono tassati al 4%. E se alcuni sembrano evidentemente appartenere alla categoria dei beni di prima necessità, non è certo che si possa dire lo stesso per i cartelloni con cui le varie forze politiche pubblicizzano sé stesse prima delle elezioni. Certamente, però, il nostro sistema fiscale non considera come beni di prima necessità i prodotti igienici femminili – come anche i pannolini per neonati – imponendo su di essi un’aliquota che appare spropositata.
Soprattutto perché è di tutta evidenza come l’acquisto di assorbenti risponda ad un’esigenza che si verifica mensilmente e – come scrive Giulia Testa per Internazionale – se consideriamo in circa 40 anni il periodo fertile medio di una donna, ecco che i cicli mestruali cui questa andrà incontro nel corso della vita sono circa 450, per un totale compreso, approssimativamente, tra i diecimila ed i quattordicimila assorbenti. Non a caso sono diversi i Governi che, in giro per il mondo, stanno riducendo – se non abolendo completamente la tassazione sui prodotti igienici femminili. E’ il caso del Canada, che ha abolito questo tipo di tassazione nel 2015, e dello Stato di New York, dove la cancellazione della tampon tax nel 2016 ha innescato una reazione a catena che ha portato altri 16 Stati degli Usa a prendere la stessa decisione. L’anno scorso è poi toccato all’Australia, ma anche paesi come il Kenya e l’India hanno portato a zero l’imposizione fiscale su questa tipologia di beni.
Se l’emendamento proposto da Boldrini venisse inserito nella nuova Legge di Bilancio, anche l’Italia potrebbe fare un ulteriore passo in questa direzione. La proposta della ex Presidente della Camera riguarda tutti i prodotti “per la protezione dell’igiene femminile quali assorbenti igienici esterni e tamponi interni, coppette mestruali” e contiene anche un’indicazione sulle possibili coperture finanziarie. In particolare, la deputata Pd suggerisce di utilizzare 300 milioni dal fondo per le esigenze indifferibili. Boldrini, recentemente intervistata sul tema dal sito Fanpage, aveva sottolineato come una tampon tax al 22% rappresentasse un’ingiustizia ancora più marcata in un periodo di grave crisi economica come quello che stiamo attraversando. Perché, concludeva la ex Presidente della Camera, “il ciclo non è un lusso“.