Si chiama “Serpico” ed è il software con cui la Guardia di Finanza e l’Agenzia delle Entrate possono fermare sul nascere i tentativi di accedere ai ristori non dovuti.
Con la recente erogazione di altri 8 miliardi di euro destinati ai fondi per aiutare negozianti, ristoratori e lavoratori in crisi a causa di chiusure e lockdown, il Governo ha deciso anche di potenziare gli strumenti per scoprire chi richiede i fondi senza averne diritto: così nasce Serpico profilato, il software che Guardia di Finanza e Agenzia delle Entrate possono usare per cogliere in flagrante chi dovesse chiedere i ristori promessi dal Governo Conte senza averne diritto. Il programma che ha portato alla creazione di Serpico è nato il 19 novembre da una collaborazione tra le due istituzioni, dovuta alle tante richieste di ristori ricevute dall’Agenzia delle Entrate che non sempre sono legittime: 243 milioni di bonifici sospetti sono stati già bloccati. I ristori – ricorda il Governo – spettano soprattutto alle aziende che hanno perso almeno il 33% del fatturato.
Serpico permette agli agenti della Finanza di consultare rapidamente i database dell’Agenzia, controllando dati anagrafici del soggetto che ha richiesto il bonifico, i suoi dati fiscali – comprese le liquidazioni periodiche dell’Iva del II trimestre 2019, la dichiarazione Iva 2020, le fatture elettroniche risalenti al mese di aprile 2019 e quelle di aprile 2020 – e il portale “Fatture e corrispettivi”, garantendo un controllo totale sui dati di chi richiede i fondi d’emergenza. Già con il Reddito di cittadinanza si sono verificati innumerevoli casi di richieste giudicate illegittime: il timore delle istituzioni è che i ristori a fondo perduto possano fare gola alle persone sbagliate che non hanno realmente bisogno di finanziamenti per sopravvivere a quello che è di fatto un nuovo lockdown, anche se chiamo con un altro nome. Le sanzioni per chi venisse scoperto a richiedere un bonifico illegalmente non sono morbide: per bonifici sotto i 3999,96 euro verrà emanato un modulo di constatazione all’Agenzia delle Entrate che obbligherà il trasgressore a pagare un terzo del massimo della sanzione prevista per ogni singola violazione o, in alternativa, il doppio del minimo della sanzione edittale da sborsare entro 60 giorni. Per bonifici superiori alla cifra fissata invece, oltre alla sanzione, scatta il procedimento penale. Un sistema di controllo molto severo a cui è decisamente difficile pensare di sottrarsi.
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