Como, 42 enne litiga con la moglie, prende la figlia di tre mesi e la fa oscillare nel vuoto

Orrore a Como dove un 42enne è stato arrestato con l’accusa di aver tentato di uccidere la figlia di tre mesi. Testimone, la moglie che ha subito a sua volta violenze.

Ha provato ad uccidere la bimba, poco più che neonata, in tutti i modi: per puro miracolo, la figlia di un 42enne di Como è sopravvissuta a indicibili e reiterati orrori, avvenuti nella casa di famiglia situata presso Ponte Lambro. A far scattare le indagini è stata una denuncia della moglie dell’accusato che più volte negli anni – a partire dal 2017 – si è recata al Pronto Soccorso per farsi curare lividi ed escoriazioni causati dal convivente. Circa due anni fa, la donna ne ha avuto abbastanza ed ha trovato il coraggio di contattare i Carabinieri per denunciare le violenze subite dall’uomo. Proprio grazie al racconto della donna, le forze dell’ordine hanno scoperto una serie di tremendi episodi che hanno visto protagonista la figlia della coppia che all’epoca delle angherie subite aveva appena tre mesi. L’uomo, oltre a picchiare la moglie, avrebbe più volte usato la bambina per minacciarla, arrivando a sorreggere la sua stessa figlia per il pannolino dal balcone della sua casa di Como, minacciando di buttarla nel vuoto: “Adesso ti faccio vedere cosa faccio alla bambina. Vuoi vedere che l’ammazzo?”, avrebbe urlato l’uomo al culmine dell’ennesima lite finita in violenza prima di lanciare la bimba sul letto provocandole delle ferite.

In altre occasioni, l’uomo avrebbe usato acqua gelata per lavare la piccola, causandole più di un episodio di ipotermia che ha portato la madre a correre al Pronto Soccorso. Ma non c’è fine al peggio: sempre stando al racconto della moglie, il 42enne avrebbe anche quasi soffocato con lenzuola e cuscini la neonata che lo stava disturbando con il suo pianto. Per farla tacere, l’uomo era solito avvolgerla strettamente tra le lenzuola del letto, rischiando di strangolarla. Per puro miracolo la bimba è sopravvissuta ai maltrattamenti – cosa che in altre occasioni non è successa – ed ora l’uomo è in grossi guai con la giustizia. Le prove a suo carico sembrano schiaccianti perchè oltre alla testimonianza della sua compagna, i Carabinieri sono riusciti a recuperare anche i tanti verbali redatti dal Pronto Soccorso che contengono i dettagli delle violenze fisiche subite da madre e figlia nel corso degli anni.

Interrogato sui fatti, il marito della donna si è dichiarato innocente e ha parlato di un episodio di calunnia, al punto da rifiutare il rito abbreviato. La pensa diversamente il Pubblico Ministero che ha deciso di mandare l’uomo a processo il prima possibile, processo che avrà inizio a luglio. L’uomo, rimasto anonimo soprattutto per proteggere dalle attenzioni dei cronisti la piccola vittima delle violenze, ha un passato violento e conta almeno una denuncia per episodi non legati a quanto è avvenuto tra le mura della casa di Ponte Lambro. Gli episodi di violenza domestica come questo sono ancora una tragica realtà e, anzi, stando ad alcune statistiche non sono che aumentati durante il lockdown che ha forzato tante persone vittime di abusi a convivere ventiquattr’ore su ventiquattro con il proprio carnefice.

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