Il Ministro dell’Interno Luciana Lamogese si prepara ad intensificare i controlli sul rispetto delle misure anti-Covid in vista del Natale e spiega: “Chi arriva in Italia sarà sottoposto a tampone e quarantena, come accade ai migranti”.
Entra oggi in vigore il nuovo Dpcm varato dal Governo, quello che regolerà, in maniera molto restrittiva, i festeggiamenti per questo atipico Natale 2021. La curva dei contagi è in calo, ma i dati complessivi – nella giornata di ieri 993 decessi – ed il timore di una terza ondata che potrebbe investire il paese a gennaio – in contemporanea con l’inizio della campagna vaccinale – hanno indotto l’Esecutivo a tenere dritta la barra dei divieti, suscitando non poco malcontento tra Presidenti di Regione e cittadini.
Un periodo particolarmente complesso, come sottolinea il Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, che in un’intervista esclusiva al quotidiano La Stampa spiega: “Siamo entrati in una fase molto delicata del contrasto alla pandemia” e sottolinea la necessità primaria di “contenere la diffusione del virus“. Ma dopo dieci mesi di pandemia, con un lockdown totale alle spalle e forti restrizioni ancora attive, le persone hanno voglia di tornare alla normalità. Un desiderio che, con l’arrivo del Natale, potrebbe tradursi in assembramenti nelle case, per festeggiare, e nelle vie dello shopping. Un rischio che Lamorgese tiene in considerazione, ragion per cui “le forze di polizia continueranno a svolgere i controlli necessari con l’impegno e l’equilibrio di sempre“. Nel corso della seconda ondata, dal primo settembre alla fine di novembre, sono stati effettuati controlli su più di sei milioni di persone e circa un milione di attività commerciali, “con 50 mila sanzioni e quasi duemila denunce“. E’ però evidente che ora, con le attività commerciali aperte e gli acquisti natalizi che incombono, molto dipenderà anche dal senso di responsabilità individuale: “spetta anche ai singoli cittadini assumere comportamenti responsabili per evitare pericolosi assembramenti“, spiega Lamorgese.
Il Ministro fa poi il punto anche sulla situazione dell’ordine pubblico nel nostro Paese, dopo che nei mesi scorsi, con il ritorno alle prime misure restrittive, la tensione era salita in molte città italiane: sono state oltre mille le manifestazioni di protesta e – precisa la titolare del Viminale – solo in pochissimi casi si sono registrati episodi di violenza o problemi per l’ordine pubblico. “È successo quasi sempre quando nelle piazze si sono infiltrate frange dell’estrema destra, dell’antagonismo di sinistra e alcune organizzazioni che fanno riferimento al tifo violento negli stadi“, dice ancora il Ministro, sottolineando come – per fare chiarezza su quanto avvenuto in una delle piazze più calde, quella di Napoli – “la magistratura sta procedendo anche per reati in cui si configurano legami alla criminalità organizzata“.
In generale, considerando le gravi condizioni di crisi sociale ed economica che caratterizzano il momento, Lamorgese traccia un bilancio finora positivo della gestione dell’ordine pubblico, soprattutto alla luce del fatto che, sempre nel rispetto delle normative anti-Covid, è stato possibile svolgere tutte le legittime manifestazioni di contestazione convocate dalle numerose categorie che sono state duramente colpite dalle misure restrittive.
Con l’arrivo delle vacanze, si pone nuovamente il problema di sottoporre a controllo gli spostamenti verso l’estero degli italiani e, in generale, le frontiere del nostro Paese. Un problema che secondo il Ministro si porrà soprattutto nei giorni a ridosso del Natale, quando “sono più frequenti gli spostamenti da e per l’estero“. Come previsto dal Dpcm, “chi decide di oltrepassare i confini nazionali dovrà sottoporsi a controlli più serrati al momento del rientro in Italia“: è infatti prevista una quarantena di dieci giorni per chiunque faccia ritorno nel nostro Paese dopo una permanenza all’estero. Un problema che, nei mesi scorsi, ha riguardato anche i flussi migratori che hanno raggiunto le coste italiane: “Tutti i migranti che arrivano in Italia vengono sottoposti al test del tampone e alla quarantena“, chiarisce Lamorgese, specificando poi che la percentuale dei positivi nei centri di accoglienza è oggi del 2,06%”.
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