Vaccino obbligatorio, il Comitato di Bioetica “Siamo in emergenza, dobbiamo pensare al bene comune”

Mentre si avvicina l’arrivo del vaccino anti-Covid, il Governo prepara il piano per la distribuzione sul territorio nazionale. Il Comitato di Bioetica ammette la possibilità di obbligare i cittadini alla somministrazione del farmaco.

Vaccino anti-Covid: il piano del Governo
Roberto Speranza/Facebook Roberto Speranza

Con l’imminente commercializzazione delle prime dosi di vaccini anti-Covid, il Ministro della Salute Roberto Speranza ha nei giorni scorsi illustrato i punti principali del piano messo a punto dal Governo per garantirne la massima diffusione possibile. I primi trattamenti a sbarcare nel nostro Paese saranno quelli prodotti da Pfizer, il cui arrivo è previsto tra il 23 ed il 26 di gennaio. L’obiettivo fondamentale, ha detto ancora il Ministro, è quello di scongiurare che la campagna vaccinale coincida con la diffusione della terza ondata. E’ anche in quest’ottica che, al fine di mantenere più bassa possibile la curva, l’Esecutivo intende proseguire sulla strada di ferme restrizioni fino alla seconda metà di gennaio. La profilassi, come ampiamente annunciato, sarà garantita prima di tutto a medici, infermieri e personale delle Rsa. Subito dopo sarà la volta degli ultra ottantenni, cui farà seguito chi rientri nella fascia di età compresa tra i 60 ed i 70 anni. Ultimate queste fasi, si procederà a vaccinare i lavoratori ritenuti essenziali, di cui fanno parte, specifica il Ministro, anche chi lavora nelle scuole.

Non previsto, almeno per il momento, l’obbligo di vaccinazione. Sulla questione dell’obbligatorietà, particolarmente dibattuta nel nostro Paese, si è espresso anche il Comitato Nazionale di Bioetica, che – nel parere “I vaccini e Covid-19: aspetti etici per la ricerca, il costo e la distribuzione” definisce il trattamento contro il Coronavirus come un “bene comune” ed ammette, di conseguenza, la possibilità che questo venga reso obbligatorio in caso di emergenza. Il Cnb ritiene inoltre che sia fondamentale mettere in essere tutti gli sforzi utili a garantire il raggiungimento di una copertura vaccinale ottimale, “non escludendo l’obbligatorietà in casi di emergenza, soprattutto per gruppi professionali maggiormente esposti all’infezione e alla trasmissione della stessa“. L’auspicio del Comitato è che questa misura non si renda necessaria, e che si possa raggiungere la accettazione da parte dei cittadini della somministrazione, soprattutto attraverso un lavoro di informazione chiara, comprensibile e fondata su dati scientifici in continuo aggiornamento. “Una specifica attenzione dovrebbe essere rivolta alla identificazione delle fonti di disinformazione e falsa informazione“, si legge ancora nel documento pubblicato dal Cnb.

Ad oggi, tuttavia, manca ancora il via libera alla distribuzione dei vaccini da parte dell’Agenzia Europea del Farmaco che nei giorni scorsi ha fatto sapere che già entro questa settimana inizierà la valutazione del vaccino di Pfizer, la cui conclusione è prevista per il 29 dicembre al più tardi. Poi sarà la volta del trattamento messo a punto da Moderna, per il quale la data di fine valutazione è fissata al 12 gennaio 2021.

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