Il Governo vuole un Natale blindato ma la Val d’Aosta non ci sta e promulga una legge contro il Dpcm. Autonomisti e Lega si alleano e il Partito Dem si astiene.
Ancora frizioni tra il Governo centrale del Premier Giuseppe Conte e le altre Regioni in merito alle chiusure per dicembre, nello specifico, con una Regione che gode già di una certa autonomia riguardo i provvedimenti da promulgare per i propri cittadini: è la Val D’Aosta, una delle cinque regioni a statuto speciale che non ci sta ad accettare la decisione del Governo di blindare il Natale. In particolare modo – stando a quanto ha lasciato trapelare il presidente del territorio Erik Lavevaz – la giunta Valdaostana non accetta la decisione del Ministro della Salute Roberto Speranza di considerare ancora Zona Rossa la Regione del nord Italia mentre Piemonte, Lombardia e Calabria sono diventate regioni arancioni nelle ultime ore: “Impugneremo la sentenza facendo valere la nostra autonomia”, annuncia Lavevaz. Ma la Val D’Aosta ha già fatto molto di più: infatti, la giunta regionale ha già approvato un disegno di legge che va in netto contrasto con il Dpcm governativo, il cui testo riconosce l’indipendenza decisionale del territorio in merito alla riapertura di negozi, centri commerciali, piste da sci – sulla cui chiusura infuria una polemica da giorni – e in generale, di tutte le attività commerciali e turistiche ma non solo: anche la celebrazione di manifestazioni sportive, fiere e riunioni a scopo religioso come la messa di Natale sarà valutata dal consiglio regionale. La decisione è stata presa all’unanimità con i 28 voti dei consiglieri leghisti e indipendentisti appartenenti a partiti come Stella Alpina e Pour l’Autonomie. I sette consiglieri del Partito Democratico hanno invece preferito astenersi.
Il Governatore della Val D’Aosta Lavevaz motiva così la sua decisione, già riferita al Ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia: “Una cosa che ho visto chiaramente è la difficoltà a far capire al governo stesso le esigenze legittime della montagna: l’impressione è che si veda la montagna come un parco giochi per le grandi città, cosa che sappiamo bene non essere così”, afferma il politico, criticando la decisione del Governo che – a sua detta – non tiene conto delle perdite economiche che subirà il settore terziario in questo periodo di festività ne del fatto che in montagna rispettare il distanziamento è più facile che in un grande centro abitato, densamente popolato. La risposta del ministro è già arrivata: “Ho ricevuto l’invito a revocare la nostra ordinanza di riapertura del commercio al dettaglio”, spiega Lavevaz che però non ha nessuna intenzione di tornare sulla decisione sua e del consiglio regionale. Il governatore ha anche attivato un’unità per gestire l’emergenza Covid nella Regione che nelle ultime 24 ore conta 42 nuovi positivi con in totale 1.206 persone ancora infette. i decessi nel corso della seconda ondata sono stati 176.
In passato, in merito ad un’altra emergenza di natura umanitaria, una Regione si era già opposta alla decisione del Governo che in quell’occasione ha impugnato il provvedimento del governatore regionale: è probabile che il premier deciderà di fare la stessa cosa in questo caso qualora la Val D’Aosta non dovesse tornare sui suoi passi.
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