Il microbiologo Andrea Crisanti parla delle vacanze di Natale, attaccando chi non si rende conto della gravità della situazione.
I dati del Ministero della Salute in merito alla situazione di oggi ci informano che i casi totali – attualmente positivi, morti e guariti – salgono di 20.709 unità e arrivano ad un totale di 1.641.610. Nelle ultime ventiquattro ore i morti sono stati 684 e portano il totale a 57.045. Da ieri sono stati eseguiti 207.143 tamponi.
I casi attualmente positivi scendono a 761.230, – 18.715 rispetto a ieri. I guariti salgono a 823.335 registrando un incremento di 38.740 unità. I ricoverati sono 32.454, -357 mentre nelle terapie intensive 3616 assistiti, – 47 rispetto a ieri.
“Rimango senza parole che si parli di sci con 600 morti al giorno”. Con questa frase, il microbiologo Andrea Crisanti si esprime in merito alla polemica che sta accompagnando l’arrivo delle vacanze di Natale. Il professore dell’Università di Padova attacca senza tanti giri di parole gli italiani che si sono chiesti fino all’ultimo se il Dpcm in arrivo il 4 dicembre avrebbe consentito o meno l’accesso alle piste da sci per le vacanze invernali. Le ultime notizie comunque, smentiscono che ciò possa accadere. Hotel, resort invernali, piste turistiche: tutto sarà rigorosamente chiuso, con gli spostamenti da Regione a Regione vietati per evitare che il virus possa viaggiare ulteriormente per il Paese. Per Crisanti comunque l’intera questione riguardante il Natale che ha portato a lunghe discussioni sui social e ha spinto il Governo a realizzare un Dpcm ad hoc per la situazione appare fuori luogo: “Andare a sciare per divertirsi sapendo che questo causerà un aumento dei contagi e dei morti? Penso che questo non sia un Paese normale”. E’ possibile che molti cittadini, dopo un anno decisamente devastante sotto ogni punto di vista, sperassero almeno di potersi concedere una vacanza in occasione delle festività invernali ma per Crisanti si tratta soltanto di insensibilità verso il prossimo. Il microbiologo rimane convinto del fatto che la risoluzione della pandemia sia ancora lontana e che anche il vaccino non migliorerà radicalmente la situazione. Per questo motivo, l’unica alternativa possibile è la prosecuzione di tutte le misure di distanziamento attualmente in vigore, inclusa la chiusura degli impianti sciistici durante l’inverno.
Nel frattempo, spunta una nuova controversia: la Federazione Italiana per gli Sport Italiani – FISI – è stata accusata di aver esteso a tutti gli affiliati la nomina di “atleta di interesse nazionale”. Si tratta di una decisione che va in netto contrasto con quanto stabilito dal Governo per un semplice motivo: secondo alcuni cronisti, ottenere la tessera per atleti di interesse nazionale – che sono autorizzati ad allenarsi nonostante le chiusure – non è per nulla difficile e potenzialmente, anche un semplice amatore che non ha mai gareggiato in vita sua potrebbe riceverne una. Dal canto suo, la Federazione smentisce tutto e accusa alcuni dipendenti di aver agito di loro iniziativa, ignorando sia le normative sportive che quelle del Governo. A prescindere da come sia andata, quella della FISI è una controversia che mette in evidenza una situazione di conflitto tra il Governo centrale e le Regioni del Nord – come Trentino Alto Adige e Val D’Aosta – che sono molto preoccupate all’idea di perdere gli introiti della stagione invernale dopo aver già subito perdite economiche analoghe a quelle di tutto il paese nel corso dell’anno.
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